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Parte Prima

Regolamentazione professionale

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devono essere indossati mascherine, camici protettivi e guanti quando si pesano

agenti chimici tossici o cancerogeni. Non ci devono essere correnti d’aria durante

questa operazione e ogni versamento di liquido o di solido deve essere velocemente

pulito;

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le superfici di lavoro dovrebbero essere coperte con materiali assorbenti da sostitu-

ire periodicamente o quando c’è un versamento;

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tutti gli esperimenti che coinvolgono polveri, vapori o aerosol di natura canceroge-

na devono essere eseguiti sotto cappe chimiche ventilate.

Tutte le sostanze tossiche, sospette cancerogene o molto tossiche dovrebbero essere

conservate in appositi contenitori con tappi a corona o in fiale alla temperatura appro-

priata e chiaramente etichettate con l’indicazione della composizione chimica, della

data di preparazione e della natura del pericolo. Le loro soluzioni o sospensioni devo-

no essere conservate in maniera sicura ed etichettate indelebilmente. Gli agenti cance-

rogeni dovrebbero essere conservati in contenitori resistenti agli

shock

, ai cambiamenti

di pressione e ad altre condizioni che possano causare perdita del contenuto. Questi

materiali dovrebbero essere conservati in aree designate o in opportuni “cabinet”, te-

nendo in considerazione le incompatibilità con altre sostanze. Le schede di sicurezza

a corredo di ogni sostanza chimica forniscono informazioni sulle incompatibilità fra

le classi di agenti chimici. Se è necessario trasportare agenti chimici tossici in labora-

torio, il contenitore sigillato dovrebbe essere inserito in un secondo contenitore indi-

struttibile per minimizzare il rischio di rottura accidentale o di perdita.

Prima di cominciare un’attività di laboratorio che richiede l’utilizzo di un agente

chimico cancerogeno, bisogna preparare un piano per l’eliminazione dei rifiuti con-

taminati. Gli utenti hanno il compito di isolare, impacchettare ed etichettare tutti i

solidi e liquidi che sono stati contaminati dagli agenti cancerogeni. Non ci deve esse-

re assolutamente nessuna dispersione di agenti chimici tossici negli scarichi fognari

e nell’atmosfera.

Dopo aver usato un agente cancerogeno o molto tossico, l’utente dovrebbe sempre

lavare le mani con acqua fredda e poi con acqua calda e sapone; è essenziale che sia

presente un sistema efficiente per il lavaggio dell’attrezzatura di laboratorio e per

il lavaggio dei camici; la vetreria contaminata dovrebbe essere decontaminata con

agenti chimici o lavata separatamente con opportuni solventi; i banchi di laboratorio

contaminati dovrebbero essere lavati con acqua fredda, poi con acqua calda e deter-

genti.

Nei laboratori chimici di ricerca e nelle industrie chimiche si fa uso, oltre che di re-

attivi e reagenti, anche di solventi organici. Questi ultimi condividono una struttura

comune (almeno un atomo di carbonio e un atomo di idrogeno), basso peso mole-

colare, lipofilicità e volatilità ed esistono in forma liquida a temperatura ambiente.

I solventi organici possono essere classificati in tre gruppi principali:

solventi ossigenati

,

solventi

idrocarburici

e

solventi alogenati

. I membri della stessa classe, in generale, mostra-

no potere solvente e azione chimica simili. Comunque, ci possono essere importanti

variazioni negli effetti tossici all’interno dello stesso gruppo. Questi effetti pericolosi

possono essere la conseguenza dell’inalazione dei vapori, del contatto con gli occhi o

con la pelle dei vapori o dei liquidi, o dell’ingestione.

L’esposizione prolungata ai solventi può causare cecità, battito cardiaco irregolare,

danni al fegato, ai reni, ai polmoni e al sistema nervoso centrale. Qualora sussista la