

www.
edises
.it
Capitolo 1
Dall’Educazione fisica alle Scienze motorie
13
La
Carta della Scuola
, promulgata nel 1938, fotografò, invece, l’evoluzione
dell’ideologia fascista a livello scolastico, modificando sostanzialmente la
riforma di Gentile. La volontà di adeguarsi alle innovazioni tecnico-scientifiche
e all’indirizzo politico del regime ormai attestato su posizioni completamente
totalitarie orientarono la stesura del documento. Durante gli anni intercorsi
tra le due riforme si erano verificate sostanziali modifiche sia nell’ambito
dell’ordinamento italiano che in quello delle
forme
sociali
di aggregazione.
L’incentivazione dell’associazionismo maschile e femminile, la nascita delle
corporazioni, la trasformazione del Ministero della Pubblica Istruzione in
quello di Educazione e Cultura nazionale, la nascita di un Ministero della
Cultura popolare e tanti altri cambiamenti in campo politico avevano prodotto
un inasprimento ideologico tutto teso a consolidare la fascistizzazione del
Paese attraverso vincoli sempre più forti, su ogni forma di attività degli italiani.
Le differenze fra le riforme di Gentile e Bottai non riguardarono, tuttavia, solo
i principi generali dei rispettivi programmi, ma anche, e soprattutto, il diverso
rilievo attribuito alle singole discipline. Un esempio è rappresentato dalla
diversa importanza conferita alla filosofia, che per Gentile poteva associarsi
all’economia, mentre per Bottai doveva essere restituita alla sua dimensione di
disciplina autonoma
13
.
Le finalità educative nazionali.
Fondamentale per capire le finalità
educative nazionali della scuola fascista è l’analisi dell’importanza attribuita
all’Educazione fisica sia per i suoi aspetti coreografico-disciplinari, sia per
la sua utilità nell’attività di propaganda sia, infine, per il contributo che la
pratica ginnico-sportiva poteva fornire al rafforzamento della
stirpe
. La gestione
dell’Educazione fisica fu affidata all’ENEF, organismo estraneo alla scuola
che aveva anche il compito di provvedere alla formazione degli insegnanti
con modalità e programmi che non avevano alcuna corrispondenza con il
corso degli studi degli Istituti di istruzione inferiore e superiore. Il fascismo
procedette anche ad uniformare i libri di testo ai suoi principi ispiratori e
con diversi e successivi provvedimenti attuò un rigido controllo sui docenti,
tanto che per poter insegnare essi dovettero prestare giuramento di fedeltà
allo Stato fascista, pena la decadenza dall’incarico. Nel 1927, quattro anni
dopo l’istituzione dell’ENEF, l’Educazione fisica passò sotto la giurisdizione
dell’
ONB (Opera Nazionale Balilla)
, a sua volta controllata dal Ministero
dell’Educazione Nazionale: «
Con la soppressione dell’ENEF
–
osserva Di Donato
–
le attribuzioni in materia di insegnamento dell’Educazione fisica passano all’Opera
Balilla. Successivamente, nel 1929, viene nominato presso il Ministero dell’Educazione
Nazionale un Sottosegretario per l’Educazione fisica giovanile che con altro provvedimento
è presidente di diritto della Opera Balilla.
..»
14
.
Sempre nel 1927 venne istituita l’Accademia di Roma, detta della Farnesina,
che aveva il preciso scopo di formare insegnanti di Educazione fisica maschili.
13
Cfr. Magister,
Per la scuola fascista
, in “Critica fascista”, 1° aprile 1927.
14
Cfr. Di Donato M.,
Storia dell’educazione fisica e sportiva
, Studium, Roma 1984, pag. 192.