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Capitolo 1
Dall’Educazione fisica alle Scienze motorie
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Paolo Cortese, nella sua opera intitolata
Sui costumi e gli studi liberali della
gioventù,
raccomanda di addestrare i giovani alla pratica dei classici esercizi
del pentathlon e del gioco della palla. Nel descrivere i vari modi di conservare
la salute, illustra gli esercizi del corpo e ci narra come anche i cardinali ed i
prelati della Corte di Roma amassero prendere parte ai giochi ginnastici e in
particolare a quello della palla.
A Firenze si affermò il
gioco del calcio
che fu ampiamente praticato e ad esso
non solo prendevano parte i popolani ma anche la nobiltà. Si ricorda la
partecipazione a partite di calcio giocate in pubblico del duca di Urbino, di
Alessandro, Cosimo e Francesco de’ Medici, del principe di Condé e perfino di
alcuni cardinali che più tardi salirono al trono pontificio: Clemente VII, Leone
XI e Urbano VIII.
A Ferrara, dove il Rinascimento si manifestò in tutto il suo splendore, i giochi
di forza e di destrezza suscitarono l’entusiasmo e la passione del popolo. Nei
dipinti che ancora oggi si conservano nella Sala del Consiglio dello storico
Castello Estense, sono riprodotti giochi e competizioni sportive come partite di
calcio, gare di nuoto, gare di corsa.
Durante il Rinascimento anche le donne erano ammesse a praticare gli esercizi
ginnici e talvolta partecipavano anche alle gare. Al riguardo si ricorda una
regata in un canale di Ferrara cui parteciparono una trentina di donne di
Comacchio alla presenza del pontefice Clemente VIII.
In questo periodo storico l’esercizio fisico viene trattato dal punto di
vista fisiologico, come si evince dalle opere di Antonio Scaino e Girolamo
Mercuriale
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, come il
De Arte Gymnastica.
Nei secoli XVII e XVIII pedagogisti, medici e filosofi risultano convinti
assertori dell’utilità degli esercizi fisici, consigliandone la pratica e mettendone
in evidenza la necessità dell’esecuzione. Pestalozzi in Svizzera, Basedow in
Danimarca, Saltzamann, Campe e Guts Muths in Germania furono i principali
teorizzatori di una nuova concezione dell’attività fisica. In Germania, inoltre,
Ludwig Jahn (1778-1852), traendo insegnamento dalla storia e avvalendosi
di una spiccata personalità, infuse nei suoi allievi entusiasmo e sentimento
patriottico e nel 1811 fondò la prima palestra nei pressi di Berlino. Le lezioni
teoriche avevano luogo al chiuso, mentre quelle praticate all’aria aperta erano
vere e proprie marce militari. Ancora, il tedesco Adolf Spiess (1810-1858)
sostenne che gli esercizi a carattere generale erano preparatori a quelli da fare
con gli attrezzi e che dovevano essere catalogati e sistemati a seconda del grado
di difficoltà e dell’età di coloro che li eseguivano. Heinrich Jaeger (1828-1912)
asserì che la ginnastica doveva essere il mezzo per sviluppare i muscoli in tutte
le parti del corpo, secondo canoni scientifici.
In Svezia Peter Heinrich Ling (1776-1839) affermò che la ginnastica doveva
essere praticata per la cura e la prevenzione di alcune malattie. Nel 1814 egli
creò
l’Istituto Ginnastico di Stoccolma
, diffondendo il suo “sistema svedese”
ancor
1
«
In grazia di conservare una buona salute o di procurare al corpo un’ottima complessione e tenerla ferma
».