

www.
edises
.it
Capitolo 1
Dall’Educazione fisica alle Scienze motorie
5
la ginnastica unitamente alla letteratura e alla filosofia e con la formazione
specifica degli insegnanti, veniva praticata la ginnastica militare, atletica,
educativa, orchestrica, saltatoria, medica e tanto i giovani quanto gli adulti
venivano addestrati alla corsa, al salto, al lancio del disco e del giavellotto, al
getto della palla di ferro, al pugilato, al pancrazio, alla lotta, alla corsa delle
bighe, al nuoto, all’equitazione.
Uomini illustri come Pitagora, Platone, Aristotele, Socrate, Euripide non solo
esaltarono la bellezza dell’esercizio fisico, ma ne furono ardenti e personali
cultori. Pitagora vinse la gara di pugilato nei Giochi Olimpici, Platone fu famoso
lottatore, Sofocle frequentò la palestra, Euripide trionfò in diverse gare.
La Grecia, col suo sistema educativo, riuscì ad imporsi al mondo, combatté
e sconfisse nemici potenti, popolò e rese fiorenti numerose colonie in Italia.
Naturalmente non vi erano impostazioni teoriche su basi scientifiche, tutto
si basava su pratiche empiriche. Nonostante ciò nel dosaggio degli esercizi
venivano osservate delle norme e delle regole differenti per gli adulti e per i
giovani, per evitare pratiche dannose alla salute.
L’esercizio fisico assunse carattere ed importanza nazionale in Grecia con la
celebrazione dei Giochi biennali, come gli
Istmici
che si svolgevano a Corinto in
onore di Nettuno, ed i
Nemei
che si celebravano ad Argo, dei Giochi quadriennali
come i
Pitici
che avevano luogo a Delfi in onore di Apollo e degli
Olimpici
che si
svolgevano ad Olimpia, durante i quali, fra le città greche, cessava ogni ostilità.
1.1.2.
Roma, nasce una nuova forma educativa
Un diverso ideale di vita e di società, quindi una nuova forma di educazione,
caratterizzò l’epoca romana rispetto a quella greca. Il greco perseguiva l’alta
vita dello spirito e la perfezione armonica finalizzata alla bellezza del corpo
e dell’anima, mentre scopo principale per il romano era
assoggettare i popoli,
dominarli per
incivilirli
.
I due popoli risultano diversi per natura, per finalità e per attitudini: neces-
sariamente quindi hanno elaborato e tramandato due forme educative diverse.
A Roma dobbiamo distinguere due epoche educative: la prima, dalla sua nascita
fino al III secolo a.C., e la seconda, successiva, influenzata dalla cultura greca.
Durante la prima epoca, il romano si sentiva cittadino e viveva nello Stato;
l’educazione, impartita liberamente dalla famiglia, era finalizzata agli scopi
dello Stato differendo, in tal senso, da quanto accadeva a Sparta ed Atene.
L’originario costume educativo di Roma era caratterizzato da una
struttura
matriarcale
. All’interno della famiglia, infatti, era la madre che organizzava e
gestiva la vita del fanciullo fino a 7 anni, non essendo previsto l’intervento di
balie e pedagoghi. Dagli 8 anni circa era il padre ad occuparsi prevalentemente
del bambino, istruendolo e accompagnandolo al Campo Marzio per gli esercizi
militari e al Foro per l’acquisizione del senso pratico delle istituzioni e delle
leggi e per esercitarsi a parlare in pubblico. Il padre insegnava al proprio figlio
a lottare, a cavalcare, a nuotare, a schermire, a leggere e a scrivere. Nel periodo