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Parte Prima
Bambini, contesti di sviluppo e problematiche educative e didattiche
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corteccia cerebrale o neoencefalo
, è la parte del cervello comparsa per ultima nel pro-
cesso evolutivo dell’encefalo della specie umana. È la sfera più esterna del cervello,
che presiede alle funzioni più complesse, la maggior parte delle quali si sviluppano
in seguito a progressivi apprendimenti che, a loro volta, determinano la formazione
delle basi biologiche per i nuovi apprendimenti; in questa parte dell’encefalo si svi-
luppano il ragionamento, la capacità di
problem solving
, i processi creativi ecc. L’ap-
prendimento, l’elaborazione, la memorizzazione delle informazioni avvengono nel
neoencefalo
, luogo in cui si pianificano anche le azioni o si elaborano le strategie per
gestire le attivazioni prodotte dalle emozioni. In questa parte del cervello l’uomo
elabora anche una rappresentazione del proprio corpo che consente la localizza-
zione degli stimoli tattili. In ciascuno dei due emisferi cerebrali, la corteccia è sud-
divisa nei lobi frontale, temporale, parietale, occipitale.
2.2
Tappe e stadi dello sviluppo del bambino
Alla nascita, il neonato possiede un corredo ricchissimo di neuroni, dei quali non
tutti sopravvivono alla prima fase dello sviluppo. Nel primo anno di vita, e in misura
decrescente nei successivi anni dell’infanzia, infatti, la maggior parte di essi entra a
far parte di reti di neuroni, collegandosi ad altre cellule cerebrali attraverso le sinap-
si, e assicurandosi così la sopravvivenza. Quelli che restano fuori dalla costruzione di
legami con altre cellule nervose decadono.
L’infanzia è, infatti, una fase di grande “plasticità biologica” in cui il cervello for-
ma le sue impalcature necessarie alla costruzione delle competenze per sopravvivere
nell’ambiente e, a partire da quelle, acquisisce progressivamente abilità e funzio-
ni psicomotorie, emozionali e cognitive. Tale maturazione avviene grazie all’azione
combinata di componenti biologiche e ambientali. Le prime tracce della memoria e
le prime strutture cognitive si formano, infatti, grazie agli stimoli e alle risposte ai bi-
sogni del bambino che provengono dalle figure di accudimento primario e dall’am-
biente umano e materiale che lo circonda. I neonati imparano attraverso l’esperienza
sensoriale. L’apprendimento è incentivato in presenza di un ambiente stimolante, ma
in grado di rispettarne tempi ed esigenze. Per il corretto apprendimento è necessaria
un’adeguata esposizione agli stimoli.
2.2.1
Lo stadio neonatale
Lo
stadio neonatale
coincide con i primi 28 giorni successivi alla nascita. In esso il
neonato tende all’equilibrio fisiologico dell’organismo, pertanto le sue attività sono
in prevalenza riflessive e consistono principalmente nel soddisfare i bisogni primari:
succhia per nutrirsi e sopravvivere, piange per sollecitare le figure di accudimento a
rispondere alle sue esigenze di cura (il pianto è la principale forma di comunicazio-
ne del neonato), evacua e dorme per il benessere del proprio organismo.
In questa fase della vita, quindi, assumono un ruolo fondamentale i
riflessi neonata-
li
, reazioni automatiche che scompaiono con la maturazione del sistema neuronale.
Si tratta di meccanismi geneticamente programmati per garantire la sopravvivenza
nelle fasi in cui la corteccia cerebrale è ancora immatura. Essi rispondono a stimoli
sensoriali tattili, visivi, acustici, capaci di attivare risposte muscolari.