

Il corpo inclusivo
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La natura m’insegna anche, per mezzo di queste sensazioni
di dolore, di fame, di sete, ecc., che io non sono solamente
alloggiato nel mio corpo, come un pilota nel suo battello, ma
che gli sono
strettissimamente congiunto, e talmente confu-
so e mescolato da comporre come un sol tutto (Cartesio).
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Da Cartesio in poi, tutta l’età moderna e contemporanea sarà
contrassegnata dallo sforzo proteso a ridefinire il rapporto
tra anima e corpo che, solo con l’avvento della fenomeno-
logia, vedrà il ricostituirsi della persona nella sua completa
unità. Infatti, se da un lato Malebranche proseguirà sulla li-
nea tracciata dalle tesi cartesiane, avvalorando una dualità
assoluta di carattere sostanziale, d’altro canto Spinoza e Lei-
bniz smorzeranno tale dualità definendola non sostanziale.
Da qui in poi numerosi saranno i vari tentativi di risoluzione
del dualismo che si indirizzeranno da una parte a favore del-
lo spirito (Berkeley, Fichte, Hegel, Schopenhauer, Bergson)
e dall’altra a favore del corpo (Hobbes, La Mettrie, D’Hol-
bach, Feuerbach, Nietzsche).
Per Bergson
I
il cervello imprime al corpo quei movimenti
e quegli atteggiamenti che rappresentano ciò che lo spirito
pensa e, dunque, diventa necessario considerare il movimen-
to umano e il corpo come un aspetto fondamentale della co-
stituzione del soggetto (Bergson, 2002).
Bergson individua due ambiti diversi della realtà, uno costi-
tuito da oggetti materiali esterni che si collocano nello spa-
zio, l’altro esterno che si colloca nel tempo. Nel testo
Materia
e memoria
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si pone il problema del rapporto tra i due mondi:
al di là del pensiero idealista e materialista egli individua una
realtà intermedia, tra il non-esistere autonomamente e l’esiste-
re come realtà materiale, che identifica come immagine. Tale
5
Ibidem
.
6
Pessina, A. (2009), (a cura di), Bergson, H.
Materia e memoria. Saggio sulla
relazione tra il corpo e lo spirito
. Bari: Laterza.