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CAPITOLO

2

Storia dell’arte

477

www.

edises

.it

Altri esponenti di questo tipo di pittura astratta:

Willem de Kooning

(Rotterdam 1904

- New York 1997), di cui si cita

Woman 1

(1950-2, New York, Museum of Modern Art),

Franz Kline

(Wilkes Barre, Pennsylvania 1910 - New York 1962),

Arshile Gorky

(1904-

1948),

Robert Motherwell

(Aberden, Washington 1915 - Provincetown 1991).

Un altro modo di dipingere con il colore, steso però in campiture piatte, a creare

strutture quasi geometriche pur nella loro evanescenza, è quello praticato dai cosi-

detti artisti del

Color Field

(campo di colore), primo tra tutti

Mark Rothko

(Dvinsk,

1903 - New York 1970), ma anche da

Barnett Newman

(New York 1905-1970),

Ad Rein-

hardt

(1923-1967).

Sul versante del Pacifico

Mark Tobey

(Centerville, Wisconsin 1890 - Basilea 1976) pra-

tica una pittura astratta influenzata, nei suoi rapporti con la scrittura come gesto,

dalla spiritualità orientale. In Europa si parla invece di

Informale

, ovvero gli artisti

praticano una pittura che non necessariamente astrae dalla rappresentazione del

soggetto, ma che in ogni caso deforma espressionisticamente le figure, dando peso

al gesto dell’artista.

Lucio Fontana

(Rosario di Santa Fe 1899 - Comabbio, Varese 1968) è il maggior

artista italiano del secondo dopoguerra che può essere inquadrato nella poetica

del gesto per via dei suoi

tagli

, ovvero il gesto dell’artista che perfora la tela per

andare oltre la bidimensionalità del quadro. Teorico dello

spazialismo

, con esso

Fontana auspica un rinnovamento delle arti, grazie anche all’apporto del progresso

tecnologico e scientifico, al fine di creare un’arte al passo con i tempi, rievocando in

qualche modo toni e intenti dell’avanguardia futurista. Ha creato quadri, sculture,

ceramiche, ambienti spaziali.

2.15.5

Altre espressioni artistiche della seconda metà del secolo:

le Neoavanguardie

Il secondo Novecento si caratterizza soprattutto per il rifiuto da parte degli artisti

delle regole della pittura accademica. Essi rivendicano la libertà nell’ispirazione e

nelle tecniche senza imposizioni su come realizzare un’opera d’arte, e soprattutto

si concentrano nell’utilizzo di materiali non tradizionali, per poter sperimentare

liberamente.

Le ricerche sperimentali sui processi della percezione visiva costituiscono uno degli

aspetti più rilevanti del periodo. A partire dalle ricerche sulla luce e sul movimento

dell’ungherese László Moholy-Nagy (1895-1946), in Europa e in America, si sviluppa

una nuova tendenza artistica legata al

cinetismo

e alla

percezione visiva

: l’

Optical

Art

(Op Art). L’artista esplora i limiti della visione umana e gioca con l’osservatore

creando immagini che sembrano vibrare e pulsare. L’opera d’arte in sé è statica, ma

forme e colore suscitano un’

illusione ottica di movimento

. Principale esponente è

Victor Vasarely

(Pécs 1908 - Parigi 1997).

Il fattore “cinetico”, alla base della ricerca visuale, porta a sperimentare anche le

possibilità di movimento reale nell’oggetto artistico (

Arte cinetica

). Il movimento,

infatti, può essere affidato al fruitore portato a compiere dei gesti tali da organizza-

re nella propria mente la lettura della sequenza o anche essere esterno all’opera. In