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CAPITOLO

3

Storia del design

483

www.

edises

.it

Etruria

, un insediamento industriale moderno per quell’e-

poca, dotato di laboratori e abitazioni per gli operai e per

lo stesso Wedgwood.

La fabbrica utilizzava l’energia delle macchine per aziona-

re i torni e macinare i materiali, e si basava su una precisa

divisione dei compiti dei lavoratori (lo staff di artigiani era

composto da formatori, tornitori, plasmatori, decoratori e

addetti alla rifinitura). I soci erano sempre alla ricerca di

talenti che potessero progettare linee di oggetti ma, men-

tre Bentley si dedicava maggiormente alla progettazione e

alla commercializzazione dei prodotti, Wedgwood si occu-

pava degli aspetti economici e soprattutto produttivi.

Molte furono le invenzioni di Wedgwood, le più celebri in-

fluenzarono l’intera produzione ceramica europea e furo-

no: il

creamware

, una ceramica color crema molto resistente

che poteva essere decorata a mano o stampata, il

basaltware

e il

jasperware

. Il “basalto nero” (

basaltware

) era un grès mol-

to duro su cui veniva applicata una decorazione, dipinta ad

encausto, simile alla ceramica antica. Il “diaspro” (

jasperware

) era una pasta bianca

quasi traslucida, creata utilizzando impasti con solfato di bario per assomigliare al

vetro a cammeo dell’antichità, che fu impiegata per riprodurre il

Vaso Barberini

noto

anche come

Vaso Portland

. Il colore era ottenuto mescolando all’impasto degli ossidi

metallici (dall’ossido di cobalto si otteneva il blu scuro, dal manganese il lilla, dal

cromo il verde e dal ferro il nero).

La produzione di Wedgwood era articolata secondo due grandi linee. La prima, de-

stinata ad un pubblico di amatori e collezionisti, era composta da oggetti decorati

con soggetti ispirati al mondo classico. Tra i più celebri i

basaltware

ispirati ai vasi gre-

ci con figure rosse e i

jasperware

, nei colori “Wedgwood blue” e bianco, ispirati ai cam-

mei e ai vetri di epoca romana. La seconda era costituita da oggetti utili, dalle forme

semplificate, economici e funzionali (Wedgwood studiò attentamente la funzione di

alcune parti degli oggetti come i beccucci, i manici e i coperchi). Si trattava di una

vera e propria produzione seriale, in numeri illimitati e distribuita su vasta scala.

Oltre che per le numerose innovazioni formali e tecnologiche, Wedgwood è passato

alla storia per aver intuito quali erano i nuovi destinatari delle produzioni industriali

(non più una limitata élite di consumatori bensì il grande pubblico) e quanto fosse

importante il ruolo dell’arte e della moda all’interno di queste ultime (egli fu molto

Figura 3.1 

Josiah Wedg-

wood, riproduzione del Vaso

Portland (1790 ca.; Birming-

ham Museum of Art).

Figura 3.2 

Josiah Wedgwood, elementi di un servizio da tè e caffè (1768; Metropolitan Museum of Art,

New York.