

CAPITOLO
2
Storia dell’arte
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edises
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Figura 2.53
Frank L. Wright, Casa-studio; esterno,
1938; Taliesin West, Arizona.
Il complesso di Taliesin, circon-
dato dal deserto di Sonora, venne realizzato da Wright insie-
me ai suoi studenti. Probabilmente uno dei risultati espressivi
più alti della sua arte, un capolavoro di “architettura organica”;
servì da abitazione, studio e campus durante i mesi freddi del
Wisconsin.
Altri significativi esponenti dell’architettu-
ra organica sono
Alvar Aalto
(1898-1976),
che studia i progetti in base alla loro fun-
zione; tra le sue opere ricordiamo il
Padi-
glione finlandese
progettato per la fiera mon-
diale di New York (1938-9) e il
Politecnico di
Otanemi
(Fig. 2.54);
Pier Luigi Nervi
(1891-
1979), progettista dello
stadio di Firenze
nel
1930-32;
Giovanni Michelucci
(1891-1990),
autore della
stazione di Firenze
(1933-35).
L’architettura durante il fascismo
In Italia il rappresentante ufficiale dell’ar-
chitettura cara al regime diviene in breve
Marcello Piacentini
(Roma 1881-1960) i cui edifici sono di impianto monumentale e
presentano elementi di richiamo all’antica Roma (
Palazzo di Giustizia
di Milano, com-
plesso dell’
Eur
a Roma, numerosi sventramenti per risistemazioni di centri storici, ad
esempio Brescia), ma non mancano altre voci:
Giuseppe Terragni
(Meda 1904- Como
1943, Fig. 2.55) (a Como si vedano il
Novocomum
e la
Casa del Fascio
) mostra di recepire
la lezione della Bauhaus e dell’architettura razionalista in genere. A Milano,
Giovanni
Muzio
(Milano 1893-1982) anima un gruppo di architetti che mirano a integrare inno-
vazioni tecnologiche con partiti decorativi che ecletticamente si rifanno alla tradizione
italiana. Si vedano di Muzio la
Ca' Brütta
(Fig. 2.56) e l’edificio della Triennale di Milano.
L’architettura dopo la seconda guerra mondiale
Nel
secondo dopoguerra Gio Ponti
(Milano 1897-1979) diede vita ad arredi ed edi-
fici di impronta razionalista: tra tutti il
Grattacielo Pirelli
a Milano (1956-60). Anche
lo studio
BBPR
(
Gianluigi Banfi
,
Ludovico Belgiojoso
,
Enrico Peressutti
ed
Ernest Rogers
),
architetti già attivi nel periodo anteriore alla seconda guerra mondiale, interven-
gono nel momento della ricostruzione del volto di Milano:
Torre Velasca
(1950-58),
costruzione in dialogo con il vicino Duomo.
Nello stesso periodo è da segnalare l’attività di
Kenzo Tange
(Osaka 1913), un archi-
tetto giapponese che ha cercato di armonizzare la tradizione orientale con quella oc-
cidentale in modo che la prima non venisse fagocitata dalla seconda toccando anche
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Figura 2.54
Alvar Aalto, Edificio principale
del Politecnico, 1955-1964; Otaniemi.
La scuola si
estende in un bosco di pini; insieme ad Aalto vi lavo-
rarono altri architetti, tra i quali i coniugi Sirén.