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STUDIO

Cultura storico-artistica

www.

edises

.it

tal caso, la successione o la combinazione delle immagini è determinata da conge-

gni meccanici o da emittenti di luce mobili, come nell’opera di artisti quali

Bruno

Munari

(Milano 1907 –1998), autore di

Macchine inutili

(1945), ed

Enzo Mari

(Ce-

rano, 1932) che realizzò

Oggetto a composizione autocondotta

(1959).

Altra tendenza di quegli anni è l’attenzione che intellettuali e artisti rivolgono alla

comunicazione di massa e alla produzione d’immagini tipiche della

società dei

consumi

. Nasce così la

Pop art

, espressione che sta per

popular art

, ovvero forme di

arte che negli anni Sessanta eleggevano a soggetto dell’opera oggetti e marchi del-

la vita quotidiana, ricondotta al consumismo. Il principale esponente in tal senso

è

Andy Warhol

(Pittsburgh 1928-New York 1987), che con le sue serigrafie di botti-

glie della Coca Cola o di divi del cinema (sorta di prodotti di consumo anch’essi)

porta nel mondo dell’arte ciò che la gente comune consuma ogni giorno; esistono

forme di pop art anche in

Inghilterra

(

Richard Hamilton

, con l’opera chiave

Just what

is it that makes today’s home so different, so appealing?

, 1956), e in Italia, dove però le

declinazioni sono più raffinate e personali (

Mario Schifano

,

Giosetta Fioroni

,

Tano

Festa

, etc.).

Nella seconda metà degli anni Sessanta, parallelamente alla

Pop Art

, alcune tenden-

ze, diffuse in ambito internazionale, mirano a contestare il sistema di mercificazio-

ne dell’arte e i risvolti commerciali legati alla poetica dell’oggetto. Tali tendenze,

definite

Neoavanguardie

per la dichiarata volontà di raccogliere l’eredità morale

e ideologica delle

Avanguardie storiche

, pur essendo molto diverse tra loro, hanno

in comune alcuni tratti: l’interesse per l’aspetto ideativo e concettuale dell’arte; il

rifiuto del consumismo e dell’idea di opera d’arte come merce di lusso; la contami-

nazione dei linguaggi; la contestazione dei tradizionali “luoghi” dell’arte (musei e

gallerie) a favore di spazi (città, architetture, ambienti naturali) in cui creare un

rapporto diretto con il pubblico che è chiamato a partecipare attivamente. Il valore

transitorio attribuito all’opera d’arte porta all’ideazione di esibizioni,

happening

o

performance

, che sostituiscono il tradizionale prodotto artistico. In definitiva, le Neo-

avanguardie hanno lo scopo di stimolare una riflessione nel pubblico e intervenire

positivamente sul mondo. Le Neoavanguardie sono:

• la

Minimal Art

(Stati Uniti), detta anche

minimalismo

o

ABC art

comune ad artisti,

musicisti e danzatori, si fonda sulla drastica semplificazione delle forme, con pre-

ferenza per strutture primarie ed elementari tratte dalla geometria e riproposte

in ripetitive sequenze con minime variazioni. Si caratterizza per la totale assenza

di espressività ed emotività e si riallaccia alla ricerca sulle variazioni timbriche del

colore di

Josef Albers

(1888-1976), docente della

Bauhaus

, e alla corrente dell’

Hard

edge

(

bordo rigido

,

Kenneth Noland

,

Ellsworth Kelly

) che, negli anni Cinquanta, ricer-

cava un rigoroso astrattismo geometrico, caratterizzato da superfici piatte di colo-

re definite da contorni netti. Protagonisti della

Minimal Art

sono pittori e scultori

come

Frank Stella

(1936);

Kenneth Noland

(1924-2010);

Ellsworth Kelly

(1923-2015);

Dan Flavin

(1933-1996);

Carl Andre

(1935);

Sol LeWitt

(1928-2007);

Richard Serra

(1939);