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PARTE QUINTA

IL DIRITTO MATERIALE DELL’UNIONE EUROPEA

www.

edises

.it

Si tratta di un documento con il quale l’Unione europea fissa gli obiettivi che intende

raggiungere entro la fine del decennio, promuovendo una

crescita economica intel-

ligente, sostenibile e inclusiva e creando le condizioni per un’economia competitiva

che favorisca un più alto tasso di occupazione

. Nello specifico i 5 grandi obiettivi

fissati sono:

- innalzare al 75% il tasso di occupazione delle donne e degli uomini di età com-

presa tra 20 e 64 anni, anche attraverso una maggiore partecipazione dei giovani,

dei lavoratori più anziani e di quelli poco qualificati e una migliore integrazione dei

migranti legali;

- aumentare al 3% del PIL gli investimenti pubblici e privati per la ricerca e lo sviluppo;

- abbattere le emissioni di gas a effetto serra almeno del 20% rispetto ai livelli del

1990, portare al 20% la quota delle fonti derivanti da energie rinnovabili nel consu-

mo finale di energia e puntare a un miglioramento del 20% dell’efficienza energetica

(il cosiddetto obiettivo 20-20-20);

- migliorare i livelli d’istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione sco-

lastica (ad una percentuale inferiore al 10%) e aumentando la percentuale delle per-

sone che hanno completato l’istruzione terziaria o equivalente (mirando ad un tasso

del 40%);

- promuovere la lotta alla povertà e all’emarginazione favorendo l’inclusione sociale.

1.5.3

I fondi strutturali e di investimento europei (SIE)

Per la gestione della politica di coesione l’Unione si avvale dei cosiddetti fondi strut-

turali, espressione utilizzata per indicare che si tratta di strumenti volti a “ristruttu-

rare” l’economia e la società in tutta l’Unione e ridurre il divario di sviluppo tra le

Regioni europee.

I principali fondi sono il

Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)

e il

Fondo

sociale europeo (FSE)

. Il primo contribuisce al finanziamento del sostegno destina-

to a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale eliminando le principali

disparità regionali nell’Unione tramite lo sviluppo sostenibile e l’adeguamento strut-

turale delle economie regionali, compresa la riconversione delle Regioni industriali

in declino e delle Regioni in ritardo di sviluppo. Il secondo, invece, è il principale

strumento finanziario dell’Unione europea per investire nelle risorse umane attra-

verso azioni che consentano di accrescere le opportunità di occupazione dei cittadini

europei, promuovere lo sviluppo dell’istruzione e migliorare la situazione dei sogget-

ti più vulnerabili a rischio di povertà.

Ad essi si affianca il

Fondo di coesione

, che investe nella rete dei trasporti e in pro-

getti ambientali. Istituito nel 1994 dopo il Trattato di Maastricht, ha come obiettivo

principale quello di sostenere le Regioni europee più povere e stabilizzare le loro

economie, al fine di promuovere la crescita, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile.

Contribuiscono alla riduzione del divario nello sviluppo economico delle diverse Re-

gioni europee, anche se non si tratta della loro finalità principale, anche il

Fondo

europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)

, che sostiene le zone rurali per

rendere il settore agricolo più innovativo, resistente e rispettoso del clima, e il

Fondo

europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)

, che promuove la sostenibilità

e la competitività della pesca e dell’acquacoltura.