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Disturbi respiratori del sonno e apnee

Capitolo

31

flusso continuo di aria a pressione positiva che pre-

viene il collasso delle VAS mantenendone la per-

vietà (

Figura 31.3

).

La CPAP è indicata in caso di:

AHI ≥ 15;

AHI tra 5 e 15 in presenza di sintomi e/o di con-

comitanti patologie cardiovascolari associate.

Nei soggetti con OSAS lieve senza sintomi e/o

comorbidità e/o fattori di rischio cardiovascolari,

l’uso della CPAP è poco accettato e mancano evi-

denze di vantaggio clinico e/o prognostico di que-

sta terapia.

La pressione (in cmH

2

O) necessaria a risolvere

gli eventi respiratori varia da soggetto a sogget-

to e deve essere determinata mediante titolazione

manuale videoassistita in laboratorio (gold stan-

dard). Negli ultimi anni

apparecchi automatici

(

AutoCPAP

) sono stati largamente utilizzati per

identificare il livello di CPAP terapeutica. Gli appa-

recchi automatici regolano continuamente la pres-

sione erogata in modo da mantenere la pervietà

delle vie aeree. Sulla base dei valori registrati du-

rante AutoCPAP, si identifica il valore di CPAP fis-

sa necessario per il singolo paziente. La titolazione

della CPAP con autoCPAP a domicilio del paziente

per alcune notti fornisce risultati sovrapponibili a

quelli ottenuti con la titolazione in laboratorio. L’u-

so dell’AutoCPAP in modalità diagnostica è tutta-

via controindicato nei pazienti BPCO, cardiopatici

e con malattie neuromuscolari.

L’AutoCPAP può essere prescritta in casi selezio-

nati, per esempio in pazienti che non tollerano la

CPAP fissa o che presentino apnee esclusivamente

in sonno REM o in posizione supina. La CPAP au-

tomatica è anche utilizzata nei casi in cui la CPAP

terapeutica sia elevata (>15 cmH

2

O) per migliorare

l’aderenza al trattamento.

Nelle forme complicate come la sindrome da

overlap (BPCO associata a OSAS, si veda oltre) e nei

pazienti gravemente obesi, può essere utilizzato un

ventilatore “bilevel” che fornisce due livelli di pres-

sione, uno inspiratorio (IPAP) e uno espiratorio

(EPAP), che vengono stabiliti manualmente duran-

te titolazione videoassistita.

Trattamenti alternativi e complementari alla

CPAP

1.

Terapia conservativa

, basata sulla rimozione dei

fattori predisponenti: calo ponderale, abolizione

di alcol e fumo, sospensione di farmaci che peg-

giorano la disfunzione delle vie aeree, correzione

dell’ipotiroidismo;

2.

Terapia posizionale

: consigliata ai pazienti con

OSAS lieve e apnee soltanto in posizione supina.

Sono in commercio apparecchi elettronici che

producono una vibrazione quando il paziente è

supino, provocando arousal e cambiamento di

posizione; la loro efficacia nel singolo paziente

dovrebbe essere verificata mediante esame stru-

mentale notturno;

3.

Terapia medica

: i corticosteroidi per via topica

nasale sono efficaci nel ridurre gli eventi respira-

tori nel sonno, specie nei bambini con ipertrofia

adenoidea e/o tonsillare, e nei soggetti con rinite

allergica;

4.

Dispositivi di avanzamentomandibolare

(MAD,

mandibular advancement devices): sono disposi-

tivi orali, che si applicano durante il sonno e fis-

sano la mandibola in avanti, allargando lo spazio

faringeo posteriore. Sono riservati a pazienti con

OSAS di grado lieve o quando altri presidi si siano

rivelati inefficaci o inapplicabili.

5.

Trattamento chirurgico

: da riservare ai pazien-

ti con anomalie craniofacciali o, più in generale,

alterazioni delle prime vie aeree suscettibili di in-

terventi correttivi.

Figura 31.3:

Effetti della terapia con pressione positiva

continua per via nasale (CPAP). La pressione terapeutica

(+), da determinare in ogni paziente mediante CPAP au-

tomatica o titolazione manuale, mantiene la pervietà delle

VAS durante tutte le fasi del ciclo respiratorio, risolvendo

l’ostruzione e tutte le sue conseguenze.

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