Previous Page  27 / 30 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 27 / 30 Next Page
Page Background

335

Capitolo

31

Disturbi respiratori del sonno e apnee

Tra i

disordini della componente sensitiva

la

“ma-

ledizione di Ondine”

, o

“sindrome da ipoventilazione

centrale congenita”

, è caratterizzata da disfunzione

dei chemiocettori centrali e assenza di risposta all’i-

percapnia. La malattia, particolarmente frequen-

te in pazienti con ganglioblastoma e di malattia di

Hirschprung, è conseguente ad un alterato sviluppo

della cresta neurale. Gravi episodi di apnee centra-

li, ipoventilazione alveolare e ritenzione di anidride

carbonica si verificano durante il sonno, soprattutto

non-REM. La malattia è, in genere, diagnosticata

nelle prime settimane di vita. L’ipercapnia può es-

sere presente anche durante la veglia e si associa a

frequenti crisi di pianto e di agitazione del bambino.

Una sindrome simile alla maledizione di Ondine

può essere causata da lesioni dei centri nervosi lo-

calizzati a livello del ponte e del midollo allungato

(poliomielite bulbare, infarti del tronco encefalico,

cordotomia cervicale, neuropatia ottica ereditaria

di Leber), che possono alterare il controllo centrale

della ventilazione fino alla perdita della risposta va-

gale e chimica dei recettori midollari alle variazioni

dell’anidride carbonica arteriosa.

Apnee centrali prevalentemente durante il sonno

NREM si riscontrano inoltre nella sindrome di Ri-

ley-Day, nel diabete mellito tipo II, nell’uremia cro-

nica, nella sindrome di Shy-Drager, nella malattia di

Alexander e nella malattia di Charcot-Marie-Tooth.

Episodi di apnee centrali e respiro periodico vengo-

no descritti anche nei pazienti affetti da acromegalia,

dovuti agli aumentati livelli ematici di GH ed IGF-1.

Nelle malattie che determinano deformità/altera-

zioni osteomuscolari della gabbia toracica (scoliosi,

cifosi, sequele di intervento di toracoplastica, spon-

dilite anchilosante), poliomielite, sclerosi laterale

amiotrofica (SLA), distrofie muscolari (distrofia di

Duchenne, distrofie miotoniche), miastenia gravis,

sindromi paraneoplastiche (es., la sindrome di Lam-

bert-Eaton), il quadro può essere particolarmente

complesso. Le apnee centrali durante il sonno sono

conseguenza della profonda ipotonia muscolare,

specie in fase REM, e del ridotto drive respiratorio

durante il sonno.

Il trattamento delle apnee centrali nel sonno asso-

ciate ad ipercapnia mira, in tutti i casi, al ripristino dei

normali livelli di PaCO

2

e PaO

2

arteriosi, per ridurre

la sintomatologia clinica, migliorare la qualità di vita

di relazione del paziente, prevenire le complicanze

cardiovascolari, legate alle apnee e alla conseguen-

te ipercapnia prolungata. Generalmente, si utilizza

la ventilazione noninvasiva in modalità bilevel, o in

modalità con controllo del volume corrente erogato

(PSV, ventilazione a pressione positiva di supporto).

La somministrazione di ossigeno a bassi flussi,

con target del 90% di saturazione media durante il

sonno, deve essere utilizzata con cautela, in quanto,

come nella BPCO, oltre a ridurre lo stimolo ipossi-

co alla ventilazione, altera ulteriormente il rapporto

ventilazione/perfusione, con il rischio di prolunga-

re ulteriormente le apnee. Benzodiazepine, antide-

pressivi, analgesici oppioidi ed altri medicinali che

deprimono il drive respiratorio, devono essere evi-

tati o usati con estrema prudenza.

L’elettrostimolazione del nervo frenico può esse-

re adottata nelle insufficienze ventilatorie seconda-

rie a disordini che coinvolgono il midollo allungato,

a patto che, ovviamente, il nervo stesso, i suoi nuclei

ed il diaframma siano intatti.

• Durante il sonno, la ventilazione si riduce fisiologicamente. Nei pazienti con malattie respiratorie, le alterazioni

presenti in veglia possono peggiorare durante il sonno.

• La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) è caratterizzata da eccessiva collassabilità delle vie aeree

superiori per ridotta funzione dei muscoli dilatatori di queste vie durante il sonno. Russamento intermittente ed

eccessiva sonnolenza diurna sono i sintomi principali, mentre l’obesità è il principale fattore di rischio per l’OSAS.

Le conseguenze sono costituite dal rischio di alterazioni cardiometaboliche (ipertensione, diabete, accelerazione

dell’aterosclerosi) e di incidenti stradali e sul lavoro. La diagnosi richiede una registrazione polisonnografica o un

monitoraggio cardiorespiratorio notturno. La terapia principale è la CPAP (pressione continua positiva delle vie

aeree) applicata durante il sonno.

MESSAGGI

CHIAVE