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Disturbi respiratori del sonno e apnee

Capitolo

31

Terapia

Il trattamento cardine dell’OHS è la

ventilazione

non invasiva

(

NIV

) o l’utilizzo di CPAP. Sebbene

l’ipercapnia ponga di fatto indicazione alla NIV,

l’uso della CPAP può normalizzare la funzione re-

spiratoria notturna in questi pazienti, suggerendo

l’opportunità di provare la CPAP per alcuni giorni

prima della NIV. È utile la riduzione del peso corpo-

reo, sebbene questa di solito sia difficile da ottenere.

Particolare attenzione va riservata alle comorbidità,

molto frequenti in questi pazienti.

BPCO associata a OSAS

L’associazione tra OSAS e broncopneumopatia cro-

nica ostruttiva (BPCO) è definita

overlap syndro-

me

. La contemporanea presenza delle due condi-

zioni morbose determina un peggioramento delle

condizioni cliniche superiore a quanto atteso dalla

gravità delle due malattie valutate separatamente.

Meccanismi fisiopatologici

I disturbi respiratori nel sonno presenti nell’overlap

syndrome sono la conseguenza dell’ostruzione del-

le vie aeree superiori (VAS) tipica dell’OSAS e del-

le alterazioni della meccanica respiratoria del pa-

ziente con BPCO. L’alterazione del rapporto V/Q

e la tendenza all’ipoventilazione alveolare impedi-

scono un’efficiente iperventilazione alla fine delle

apnee-ipopnee. Ne consegue un quadro respiratorio

notturno fortemente disturbato. Nel sonno la ten-

denza all’ipoventilazione ed il cronico aumento del-

la ritenzione renale di HCO

3

con depressione del

drive respiratorio, peggiorano l’ipercapnia diurna.

Inoltre, questi pazienti soffrono spesso di insonnia

e riferiscono scarsa qualità del sonno.

Le alterazioni notturne nei pazienti con BPCO

possono verificarsi anche in assenza di OSAS. Pa-

zienti con PaO

2

< 55 mmHg generalmente presenta-

no gravi desaturazioni durante il sonno. Il peggio-

ramento degli scambi gassosi favorisce la comparsa

di cuore polmonare cronico, un aumento delle ri-

acutizzazioni della BPCO e della mortalità. Questi

pazienti spesso sviluppano ipertensione arteriosa

polmonare, aritmie cardiache e policitemia.

Trattamento

Il trattamento dei disturbi respiratori nel sonno

in un paziente con BPCO dovrebbe utilizzare un

approccio integrato. È opportuno ottimizzare la

terapia farmacologica con broncodilatatori a lun-

ga durata d’azione, eseguire cicli di riabilitazione

respiratoria e somministrare O

2

a basso flusso per

correggere le desaturazioni notturne limitando la

ritenzione di CO

2

.

Nei pazienti con overlap syndrome lieve-mode-

rata l’applicazione della CPAP durante le ore not-

turne può correggere gli eventi respiratori nel son-

no. La ventilazione non invasiva (NIV) in modalità

bilevel permette di assistere la pompa ventilatoria

nei pazienti nei quali la CPAP risulti insufficiente

alla correzione dei disturbi notturni.

Apnee centrali

Fisiopatologia

Le

apnee nel sonno di tipo centrale

costituiscono

l’1% dei disturbi respiratori sonno-correlati; sono

caratterizzate da

cessazione completa del respiro, in

modo intermittente e generalmente ciclico, associata

all’assenza o alla riduzione di movimenti respiratori,

per almeno

dieci

secondi

.

Apnee centrali prolungate o frequenti rappresen-

tano uno stato patologico. Le apnee e l’ipercapnia/

ipossia prolungate determinano, infatti, aumento

della portata cardiaca, tachicardia, vasocostrizione

viscerale e vasodilatazione cerebrale e periferica,

ipertensione arteriosa, riduzione dei riflessi tendi-

nei. L’ipossia, se persistente, può stimolare l’incre-

zione di eritropoietina da parte del rene con poli-

globulia compensatoria secondaria, che migliora il

trasporto tissutale di ossigeno, ma aumenta la vi-

scosità ematica. L’ipossia può, inoltre, aumentare

la pressione arteriosa sistemica e polmonare (per

vasocostrizione diretta), incrementando il rischio di

ipertrofia cardiaca e di scompenso.