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CAP I TOLO 3 GENI , CROMOSOMI E GENET ICA UMANA

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UNO SGUARDO ALLA RICERCA

Organismi modello della ricerca

Il meraviglioso moscerino della frutta,

Drosophila melanogaster

Il piccolo, quasi invisibile, moscerino della frutta,

che sembra comparire dal nulla quando nelle vici-

nanze c’è un frutto in decomposizione o una be-

vanda in fermentazione, è uno dei fondamenti della

ricerca genetica. Fu descritto per la prima volta nel

=>?@ da C. F. Fallén, che lo chiamò

Drosophila,

let-

teralmente “amante della rugiada”. L’epiteto co-

niato per la specie fu

melanogaster,

che significa

“addome nero”.

Il grande genetista Thomas Hunt Morgan iniziò

ad allevare

D. melanogaster

nel =J@J nella famosa

“fly room” (stanza del moscerino) all’Università

della Columbia. Molte importanti scoperte di gene-

tica furono fatte in questa stanza, comprese quella

dei geni legati al sesso e quelle che portarono alla

realizzazione della prima mappa cromosomica.

Successivamente, lo sviluppo di tecniche per in-

durre mutazioni in

Drosophila

e l’utilizzo dei nume-

rosi mutanti prodotti favorirono altre scoperte che

nel loro insieme portarono a stabilire o confermare

praticamente tutti i principi più importanti e le con-

clusioni riguardanti la genetica degli eucarioti.

Tra le ragioni del successo della

D. melanogaster

come modello genetico vi sono la facilità di alleva-

mento, la rapidità del ciclo di crescita e della ripro-

duzione, la facilità nel riconoscere maschi e fem-

mine e le molteplici mutazioni che causano fenotipi,

quali occhi porpora e ali vestigiali, facilmente iden-

tificabili ad occhio nudo o al microscopio.

La possibilità di disporre di un elevato numero

di mutanti, di mappe complete dei suoi cromosomi

e la capacità di manipolare facilmente i geni me-

diante le tecniche molecolari hanno determinato la

scelta di

Drosophila

come uno degli organismi mo-

dello per il sequenziamento dei genomi all’interno

del Progetto Genoma Umano. Il sequenziamento

del genoma di

Drosophila

è stato portato a termine

nel T@@@ e tutto il genoma risulta costituito da circa

=?.U@@ geni e =T@ milioni di coppie di basi (un data-

base del genoma di

Drosophila

è disponibile sul sito

http://flybase.bio.indiana.edu)

. È importante no-

tare che la relazione tra i geni umani e quelli del

moscerino è molto stretta, al punto che molti geni

che determinano malattie ereditarie nell’uomo sono

presenti nel genoma di

Drosophila

. Questa somi-

glianza è la conseguenza della relazione evolutiva,

distante ma ancora evidenziabile tra insetti e verte-

brati e consente di studiare i geni di

Drosophila

come modelli per lo studio dei geni che determi-

nano patologie genetiche nell’uomo nella speranza

di capire meglio la funzione di questi geni e come le

mutazioni a loro carico determinano le malattie.

La

Drosophila

è anche un eccellente modello per

gli studi di neurobiologia (lo studio della struttura

e delle funzioni del sistema nervoso). Ad esempio,

gli scienziati stanno studiando lo sviluppo neurale

ed il comportamento. Questi studi aiutano a com-

prendere il funzionamento del sistema nervoso

umano.

Lo studio dello sviluppo embrionale del mosce-

rino della frutta ha anche contribuito significativa-

mente a capire i modi e i meccanismi dello sviluppo

embrionale dell’uomo. Per esempio, esperimenti

condotti su mutanti che influenzano lo sviluppo di

Drosophila

hanno fornito utili indicazioni sulle basi

genetiche di molte patologie umane ereditarie. L’im-

portanza di

Drosophila

per lo studio della biologia

dello sviluppo è stata riconosciuta nel =JJ[ con il

conferimento del premio Nobel a tre scienziati che

si sono distinti nelle ricerche su questo modello:

Edward Lewis dell’Institute of Technology della Ca-

lifornia, Christiane Nusslein-Volhard del Max Planck

Institute for Developmental Biology in Tübingen,

Germania, ed Eric Wieschaus dell’Università di

Princeton.

Herman Eisenbeiss/Photo

Researchers, Inc.