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Capitolo 7

INTERAZIONI TRA LE CELLULE E IL LORO AMBIENTE

colare delle membrane basali verrà discussa in seguito (vedi

Figura 7.12). Quelle cellule che non poggiano su una mem-

brana basale, come i fibroblasti del tessuto connettivo, sono

tipicamente circondate da una MEC meno organizzata, che

consiste prevalentemente di fibrille filiformi.

La matrice extracellulare può persino assumere diverse

forme nei differenti tessuti ed organismi, ma generalmente

essa è composta da macromolecole simili. Al contrario della

maggior parte delle proteine presenti nelle cellule, che sono

compatte molecole globulari, la maggior parte delle proteine

dello spazio extracellulare sono estese molecole

fibrose

. Que-

ste proteine sono secrete nello spazio extracellulare dove

sono capaci di autoassemblarsi in una rete tridimensionale

interconnessa, che è mostrata nella Figura 7.5 e discussa nei

paragrafi seguenti. Tra le loro diverse funzioni, le proteine

della MEC servono come impalcature, travi, cemento e reti.

Come evidenziato in tutta la discussione seguente, le altera-

zioni nella sequenza amminoacidica delle proteine extracel-

lulari possono portare a gravi malattie. Inizieremo con una

delle molecole più importanti ed ubiquitarie della MEC, la

glicoproteina collagene.

Il collagene

I

collageni

sono una famiglia di glicoproteine

fibrose presenti esclusivamente nelle matrici extracellulari.

Essi si trovano in tutto il regno animale e sono caratterizzati

da un’elevata resistenza alla trazione, cioè la resistenza a for-

ze di stiramento. È stato stimato che una fibra di collagene

del diametro di un millimetro sia in grado di mantenere in

sospensione un peso di 10 kg (22 libbre) senza rompersi.

Il collagene è il tipo di proteina più abbondante del corpo

umano (costituisce più del 25% delle proteine totali) e ciò

riflette l’ampia distribuzione dei materiali extracellulari.

Il collagene è prodotto principalmente dai fibroblasti,

cellule presenti in vari tipi di tessuti connettivi, ma anche

dalle cellule muscolari lisce ed epiteliali. Sono stati identi-

ficati più di ventisette tipi distinti di collageni umani. Ogni

tipo di collagene ha una sua particolare localizzazione nel

corpo, ma due o più differenti tipi sono spesso presenti

insieme nella stessa MEC. Un’ulteriore complessità fun-

zionale è fornita dalla presenza di tipi diversi di collageni

all’interno della stessa fibra. Questi tipi di fibre “eterotipi-

che” sono l’equivalente biologico di una lega di metalli. È

probabile che le diverse proprietà strutturali e meccaniche

dipendano dalle differenti miscele di collageni nelle fibre.

Nonostante vi siano molte differenze tra i diversi membri

della famiglia dei collageni, tutti condividono almeno due

importanti caratteristiche strutturali: (1) tutte le molecole di

collagene sono dei trimeri formati da tre catene polipeptidi-

che, chiamate catene

a

; (2) per almeno una parte della loro

lunghezza, le tre catene polipeptidiche che formano una

molecola di collagene sono avvolte l’una intorno all’altra in

una caratteristica tripla elica (Figura 7.6

a

).

Le catene

a

delle molecole di collagene contengono

grandi quantità di prolina e molti dei residui di prolina (e

lisina) sono idrossilati dopo la sintesi del polipeptide. Gli

amminoacidi idrossilati sono importanti per assicurare la

stabilità della tripla elica mediante la formazione di legami

idrogeno tra le catene componenti. La mancata idrossila-

zione delle catene di collagene ha serie conseguenze sulla

struttura e sulla funzione dei tessuti connettivi. Ciò risulta

evidente nei sintomi dello scorbuto, una malattia derivante

dalla carenza di vitamina C (acido ascorbico) e caratteriz-

zata da gengive infiammate e perdita dei denti, difficoltosa

guarigione delle ferite, ossa fragili e indebolimento della pa-

rete dei vasi sanguigni, con conseguenti emorragie interne.

L’acido ascorbico è richiesto come coenzima dall’enzima

che addiziona gruppi ossidrilici agli amminoacidi lisina e

prolina del collagene.

Alcuni collageni, tra cui i tipi I, II e III, sono chiama-

ti

collageni fibrillari

perché si assemblano in fibrille rigide

Figura 7.4

La membrana basale (lamina basale).

(

a

) Fotografia di

cute umana vista al microscopio elettronico a scansione. L’epidermide

è stata staccata dalla membrana basale, visibile al di sotto delle cellule

epidermiche. (

b

) Una membrana basale particolarmente spessa è pre-

sente nel rene fra i vasi sanguigni del glomerulo e l’estremità prossimale

dei tubuli renali. Questo strato extracellulare svolge un ruolo importante

nella filtrazione del fluido che viene spinto fuori dai capillari nei tubuli

renali durante la formazione dell’urina. I punti neri all’interno della mem-

brana basale del glomerulo (MBG) sono particelle di oro coniugate ad

anticorpi che si legano alle molecole di collagene di tipo IV della mem-

brana basale (LC: lume del capillare; P: podocita del tubulo renale). La

barra rappresenta 0,5

m

m.

(

A

: P

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.

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B

:

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(a)

Membrana basale

Derma

Nucleo

Epidermide

(b)

LC

MBG

P