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Parte Prima

La comunicazione e i suoi linguaggi

www.

edises

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parla di noi stessi, delle nostre emozioni negative senza fare alcun riferi-

mento al modo di fare dell’altro (per tale motivo si parla di messaggi-io). Ad

esempio “mi sento particolarmente deluso…”.

2. In un secondo momento si descrive il comportamento tenuto dall’altro che

causa in noi disagio. Si noti come il focus del messaggio è passato da noi al

nostro interlocutore. Per esempio “quando tu urli…”.

3. Si specifica perché il comportamento dell’altro ci crea disagio. Ora il focus

del messaggio è nuovamente puntato su di noi. Per esempio “perché mi im-

pedisci di parlare…”.

4. Infine, si esprime la propria richiesta. Per esempio “pertanto, ti chiedo di

calmarti e di ascoltarmi”.

Riassumendo, un messaggio-io può strutturarsi nella maniera seguente: “mi

sento particolarmente deluso quando tu urli perché mi impedisci di parlare.

Pertanto, ti chiedo di calmarti e di ascoltarmi”. Il messaggio-io parte dal nostro

stato d’animo ed evita di proporre un giudizio sull’altro per quanto sta facendo.

L’altro viene messo di fronte alle conseguenze che il suo comportamento ha su

di noi. La tecnica del messaggio-io è stata adattata da Gordon a diversi contesti.

I genitori possono usare un messaggio-io quando devono comunicare con i loro

figli al fine di superare una situazione di disagio. Per esempio: “mamma e io sia-

mo preoccupati quando litighi con tua sorella, perché la discussione potrebbe

degenerare e potreste farvi male. Vi invitiamo a chiarire le vostre divergenze”.

La stessa tecnica potrebbe essere usata dagli insegnanti con gli alunni. Per

esempio: “sono preoccupato quando disturbi il compagno di banco, perché gli

impedisci di concentrarsi. Ti chiedo di lasciarlo lavorare serenamente”.

Per Gordon, tale tecnica rappresenta un altro esempio di comunicazione effica-

ce, adattabile a molteplici situazioni.

Si noti che la logica del messaggio-io si contrappone alla logica del

messaggio-

tu

, che parte dalla descrizione del comportamento dell’altro, più che dei propri

sentimenti, e finisce col giudicarlo. Per esempio, al messaggio-io “mi sento par-

ticolarmente deluso quando tu urli perché mi impedisci di parlare. Pertanto, ti

chiedo di calmarti e di ascoltarmi”, si può contrapporre il messaggio-tu “perché

urli? Smettila perché questo comportamento ti qualifica come un violento e

uno scostumato”. In quest’ultimo caso non si comunica nulla, semplicemente si

creano delle barriere nel processo di comunicazione, in quanto l’interlocutore

percepisce di essere giudicato come violento e/o scostumato.

2.7.5

Il metodo integrato di Gordon

L’ascolto attivo e il messaggio-io possono essere combinati per risolvere diverse

situazioni di potenziale conflittualità. Gordon parte dall’assunto che i conflitti

e le incomprensioni tra due individui A e B possono nascere da due possibili

dinamiche.

1. L’individuo A deve fronteggiare un problema ed è in difficoltà. Il compor-

tamento di A non influisce negativamente sulla condizione di B. Tuttavia,