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Capitolo 2

Le forme della comunicazione interpersonale

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www.

edises

.it

Esistono varie tecniche per mettere in pratica una metodologia di ascolto attivo.

Una delle più usate è il cosiddetto

rispecchiamento empatico

, che consiste nel

connettersi empaticamente con l’interlocutore. Durante il rispecchiamento em-

patico si possono attuare una o più tra le seguenti pratiche.

>

Mentre si ascolta l’interlocutore, è possibile ripetere le sue parole introducen-

dole con formule del tipo “stai dicendo che…” oppure “così, secondo te…” o

ancora “in altre parole…”. In alternativa è possibile parafrasare il suo raccon-

to. In altri casi, dopo aver ascoltato un concetto particolarmente articolato, lo

si può riassumere, anche per verificare se se ne è compreso in tutto e per tutto

il contenuto intrinseco. Infine è possibile ripetere, come in un’eco, le ultime

parole di un periodo.

>

Indubbiamente, durante l’ascolto attivo si percepiscono dei segnali relativi allo

stato emotivo dell’interlocutore, segnali che provengono dalla comunicazione

paraverbale e non verbale e che possono essere rinforzati dalla comunicazione

verbale dell’interlocutore, se egli viene invitato a rivelare i propri sentimenti. Si

possono usare frasi del tipo “mi sembra di percepire una tua preoccupazione…”

oppure “questo fatto ti ha colpito…” o ancora “forse sei un po’ perplesso…”.

>

Talvolta è anche possibile chiedere spiegazioni, soprattutto quando i passaggi

del discorso dell’interlocutore o le sue argomentazioni sembrano confuse. In

tal modo si ottiene un duplice risultato, ossia si mostra interesse per quanto si

sta ascoltando e si chiariscono alcuni concetti fondamentali del racconto. In

ogni caso, le domande poste non devono sembrare inquisitorie, ma sottolinea-

re un sincero coinvolgimento e una chiara volontà di essere partecipe.

>

Si possono infine formulare delle considerazioni, chiarendo esplicitamente

che si tratta di proprie opinioni e deduzioni. In tal caso, si tiene ben distinto

il racconto dell’interlocutore dalle proprie riflessioni e si facilita così l’apertu-

ra dell’altro, evitando l’insorgere di conflitti. È bene che queste osservazioni

inizino con “secondo me…” oppure “io sostengo che…” o ancora “per come la

vedo io…”.

2.7.4

Il messaggio-io

Ipotizziamo che un individuo A debba gestire un problema o una difficoltà e che

in seguito a ciò assuma atteggiamenti che un altro individuo B ritiene scorretti.

In altre parole, lo stato d’animo di B è condizionato dal comportamento di A.

Può succedere che B inizi a giudicare A per la sua condotta, facendo a meno di

qualsiasi chiarimento preliminare. In questa situazione è molto probabile che la

comunicazione tra A e B si deteriori velocemente generando un conflitto tra le

due parti.

Per evitare situazioni spiacevoli di questo tipo, Gordon propone la tecnica del

messaggio-io

. Un messaggio-io è composto da quattro parti.

1. Si comincia dalla descrizione del nostro stato d’animo, che è negativo in

quanto influenzato dal comportamento tenuto dall’altro. In altre parole si