

Risposte commentate al questionario 7 - Senologia
1) B.
Si veda il commento al quesito 2.
2) B.
I programmi di screening oncologico rientrano nella cosiddetta
prevenzione seconda-
ria
, in quanto mirano a ridurre il rischio di sviluppare la malattia (ridurre la sua incidenza) o
piuttosto ad individuarla in uno stadio iniziale, riducendo la mortalità e migliorando la quali-
tà di vita delle persone colpite. La
prevenzione primaria
mira a ridurre l’incidenza del cancro
tenendo sotto controllo i fattori di rischio e aumentando la resistenza individuale a tali fattori,
mentre con
prevenzione terziaria
si intende la prevenzione di recidive o di eventuali metasta-
si dopo il trattamento della malattia, che abbraccia anche il campo della terapia adiuvante,
con la quale si prolunga l’intervallo libero da malattia e la sopravvivenza.
Gli screening oncologici, che riguardano circa il 47% della popolazione italiana, sono stati
inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza con il D.P.C.M. del 29/11/2001, garantendo a tutte
le fasce sociali l’accesso ad informazioni sanitarie chiare, corrette, aggiornate, ed a servizi e
prestazioni nel rispetto degli standard di qualità.
Riferimenti bibliografici
1. Pacifici S.
Lo standard di qualità nella mammografia di screening
. MB Edizioni, 2015.
3) A.
Si veda il commento al quesito 4.
4) B.
Lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario è rivolto alle donne di età
compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni (in alcune Regio-
ni si sta sperimentando l’efficacia in una fascia di età compresa tra i 45 e i 74 anni, con una
periodicità annuale nelle donne di età inferiore ai 50 anni). Poiché si tratta di un esame ese-
guito su popolazione sana e pazienti asintomatiche, la sua esecuzione è limitata alle proiezio-
ni standard cranio-caudale (CC) e obliqua medio-laterale (MLO). Eventuali altre proiezioni
possono essere effettuate in fase di approfondimento diagnostico (
assessment
– II livello),
previo richiamo della paziente.
Riferimenti bibliografici
1. Pacifici S.
Lo standard di qualità nella mammografia di screening
. MB Edizioni, 2015.
5) D.
Si veda il commento al quesito 6.
6) D.
Gli standard definiti nel documento
“Indicatori e standard per la valutazione di pro-
cesso dei programmi di screening del cancro della mammella”
, a cura del GISMa, Gruppo
Italiano Screening Mammografico, prevedono che:
– tutte le donne debbano essere informate dal TSRM sulle modalità di effettuazione del test
a cui stanno per essere sottoposte, nonché sui tempi di risposta;
– oltre il 97% delle donne devono avere un esame accettabile (non più del 3% deve essere
sottoposto a ripetizione dell’esame per errore tecnico);
– oltre il 97% delle donne devono essere soddisfatte del test di screening effettuato e dell’o-
peratore con il quale si sono rapportate.