

Risposte commentate al questionario 7
Senologia
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Riferimenti bibliografici
1. Giordano L., Giorgi D., Frigerio A., Bravetti P., Paci E., Petrella M. et al.
Indicatori e
standard per la valutazione di processo dei programmi di screening del cancro della mam-
mella – Manuale Operativo GISMa
. Epidem e Prev, 2006; 30 (2) SUPPLEMENTO 1.
2. Pacifici S.
Lo standard di qualità nella mammografia di screening
. MB Edizioni, 2015.
7) B.
Si veda il commento al quesito 9.
8) A.
Si veda il commento al quesito 9.
9) A.
Le tipologie di CQ riguardanti le apparecchiature mammografiche comprendono i test
di costanza/riproducibilità,
accettazione
e
commissioning
. Mentre lo scopo dei
test di accet-
tazione
è quello di verificare la conformità dell’apparecchiatura alle specifiche tecniche indi-
cate dal costruttore in base alle richieste del capitolato di gara, quello dei
test di
commissio-
ning
, eseguiti dall’Esperto di Fisica Medica prima dell’utilizzo clinico dell’apparecchiatura,
è di stabilirne il livello di
performance
. In Italia, a differenza di altri Paesi in cui i due test
possono differire sia per tipologia che per competenze, solitamente i test di
accettazione
e di
commissioning
coincidono e vengono effettuati dall’esperto in fisica medica.
I
test di costanza
(o
di riproducibilità)
dovrebbero essere effettuati con cadenza giornaliera,
al fine di monitorare la stabilità della qualità delle immagini e della dose erogata nel tempo e
consentire le eventuali correzioni sulle misure ottenute, affinché queste rientrino nei valori
limite indicati dal protocollo e non si discostino dai valori accertati al momento dell’installa-
zione dell’impianto.
Per quanto riguarda i CQ da effettuare su apparecchiature digitali, in assenza di un protocol-
lo di controlli di qualità condiviso e appropriato alle nuove tecnologie, la periodicità dei
controlli rimane quella indicata per i sistemi SFM, che prevede controlli annuali e semestrali
(a cura dell’esperto di fisica medica) e controlli mensili e settimanali (a cura del TSRM), ma
in numero e modalità variabile per i sistemi CR, DM e
tomosintesi
, secondo le indicazioni
fornite dai costruttori mediante l’utilizzo di fantocci specifici e
software
integrati nel sistema.
Riferimenti bibliografici
1. Gennaro G. Controlli di qualità. Screening mammografico digitale. Scienze mediche,
2012.
2. Pacifici S.
Lo standard di qualità nella mammografia di screening
. MB Edizioni, 2015.
10) C.
Si veda il commento al quesito 11.
11) C.
L’ESD
(Entrance Surface Dose)
è il prodotto dell’ESAK
(Entrance Surface Air Ker-
ma)
per il
fattore di retrodiffusione BSF
(backscatter factor)
, dove ESAK è il Kerma
(Kinetic
Energy Released in Matter)
misurato in aria alla superficie di ingresso della mammella.
ESD = ESAK ∙ BSF
Ai fini dell’ottimizzazione dell’esecuzione degli esami mammografici si deve tenere conto
dei livelli diagnostici di riferimento (LDR) secondo le linee guida indicate nell’allegato II
del D.Lgs. 187/2000, che stabiliscono un valore massimo di ESD pari a 10mGy per la proie-
zione CC.