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Capitolo 3

Modalità e tecniche per l’insegnamento e lo sviluppo delle abilità linguistiche

321

www.

edises

.it

modulazione della voce che, grazie al volume, al tono, all’intonazione, al ritmo,

permette di variare lo stile comunicativo (tipici i fenomeni di “allegro” legati al

ritmo sostenuto del parlato spontaneo) o connota il parlante dal punto di vista

della sua provenienza geografica;

fenomeni di messa in evidenza di parti del discorso mediante strategie verbali

(dislocazioni e frasi scisse

[…])

e paraverbali (innalzamento del tono, rallenta-

mento del ritmo, intonazione);

fenomeni di allegro

2

(variabilità diatopica, elisioni, apocopi, alterazioni di suoni);

coesione affidata anche all’intonazione e al ritmo

” (Diadori, 2004:74).

3.2.2

Discontinuità nel parlato

La produzione orale, in quanto produzione sequenziale, è strettamente correlata

con la memoria a breve termine e risulta perciò meno controllabile dall’emitten-

te rispetto alla produzione scritta in cui il messaggio persiste in quanto fissato

man mano sulla carta o, ad esempio, sullo schermo del computer o sulla lavagna

elettronica.

La sequenza parlata è tuttavia correggibile a seconda delle intenzioni del parlan-

te, dell’esito dei suoi atti comunicativi, della reazione dell’interlocutore: “

i cam-

biamenti di programma, le autocorrezioni, entrano come tali nel discorso e vengo-

no recepiti dall’ascoltatore (nello scritto tali cambiamenti vengono in vario modo

cancellati perché si scrive, oltre che lentamente anche, per così dire, quando si

vuole e col ritmo che si vuole; nel parlato invece il ritmo di produzione non è auto-

nomo: si è come costretti a continuare a parlare, a prendere la parola nel momento

richiesto dalla situazione e dall’interlocutore, ecc.). Di qui viene il carattere di

frammentarietà

del parlato: le pause di programmazione, le esitazioni, i cambia-

menti di programma, le autocorrezioni, le frasi incompiute e in genere la sintassi

fratta

” (Berretta, 1984, pp. 18-19).

Ciò vale maggiormente per quelle forme di parlato, quali la conversazione, le cui

caratteristiche linguistiche e testuali più si discostano dallo scritto. La scarsa

pianificazione incide particolarmente, sul piano linguistico, sui fenomeni di

concordanza, di ripresa pronominale, di coerenza e di coesione testuale attra-

verso una semplificazione o addirittura un collasso di relazioni funzionali, come

si può vedere nella trascrizione di questo dialogo, dove sono anche evidenti i

cambiamenti di “programma” determinati dal contesto, dalla situazione (il rien-

tro a casa, i saluti, la cena, il racconto della studentessa):

A: chi e’? chi e’? fatti vedere?

B: come stai?

2

Il parlato “

è caratterizzato, soprattutto se veloce, da fenomeni detti “di allegro”, cioè da fenome-

ni che determinano, nella catena parlata, frequenti aferesi, apocopi, assimilazioni, alterazioni e

semplificazioni di suoni, ecc., tali da rendere spesso difficilmente segmentabili e riconoscibili le

singole parole, specie per parlanti non nativi. Esempi italiani:

‘nsomma/’somma

;

‘sto per

questo;

son andato

(

anche

so’ andato

o so’ anda’ nell’italiano dell’Italia centrale, marcato dunque anche

in diatopia

);

arimmetica per

aritmetica

,

propio per proprio

” (Lavinio, 2009).