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Parte I - Prerequisiti

20) Tra le osservazioni qui riportate UNA SOLA NON È DEDUCIBI-

LE dai dati raccolti:

A. nella popolazione esaminata convincere gli incerti può modificare

radicalmente la percentuale di assenso alla donazione da cadavere

B. nella popolazione esaminata l’incertezza nei confronti della donazio-

ne da cadavere è superiore a quella relativa al trapianto da vivente

C. nella popolazione esaminata i ragazzi non sono convinti dell’efficacia

terapeutica del trapianto renale

D. riguardo alla popolazione esaminata mancano i dati relativi ai risul-

tati dei due tipi di trapianto

21)

“La realtà storica è unica, le diverse discipline e scienze operano su

di essa, la interpretano e la rappresentano attraverso specifici linguag-

gi, artistici, tecnici, comuni, matematici, scientifici, musicali, filosofici.

Dietro ogni linguaggio c’è un’epistemologia, una particolare struttura

logica che coglie una prospettiva, un punto di vista, ma l’acquisizione

dei diversi sistemi concettuali deve essere coerente. È solo l’unità delle

prospettive che forma il patrimonio culturale, che consente di cogliere

sistemi, connessioni e relazioni nel tutto. Interdisciplinarità non significa

allora fine delle discipline né annullamento delle differenze. Annullare

una disciplina potrebbe comportare la riduzione di una parte della realtà.

L’interdisciplinarietà non è un complesso di conoscenze, è una metodo-

logia, anche didattica, una forma mentis, un modo diverso non solo di

costruire conoscenze e d’insegnare, ma anche di comprendere e di vivere

la realtà, l’ambiente socio-culturale e storico-geografico che ci circonda.

Uno dei più rilevanti problemi del nostro tempo è proprio ‘la sintesi delle

conoscenze, possibile solo in una visione interdisciplinare complessiva che

riconduca anche le scienze e la tecnologia alla ricerca sull’uomo. La sintesi

interdisciplinare non è mai una somma, né il risultato di esemplificazioni:

è l’interazione di linguaggi diversi, tradotti, confrontati, interconnessi e

armonizzati attraverso la scoperta di analogie e differenze. La cultura del-

la complessità si sviluppa in una difficile e sofferta dicotomia tra umanisti

e scienziati, che non sembra ancora riuscire a conciliare la differenziazio-

ne e l’autonomizzazione con l’interconnessione sistemica. Scienza e tec-

nologia debbono tornare a essere strumenti finalizzati all’uomo, alla sua

felicità e libertà, per prevenire quella eliminazione della libertà personale,

quella dittatura non più fisica, ma mentale, ipotizzata da George Orwell

in 1984, attraverso il tentativo di rendere immortale il Grande Fratello. La

scuola deve confrontarsi sulla dicotomia tra la cultura umanistica e quella

scientifico-tecnologica, e i docenti non possono delegare ai singoli studenti