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Comprensione di testi

C. Per guarire il mal di schiena occorre correggere la postura scorretta

D. Le persone che non fanno mai flessioni non hanno mal di schiena

13)

“Tra le novelle di Verga

La chiave d’oro

è una delle più belle e delle

meno conosciute. Ecco il racconto di Verga riassunto da Sciascia: un

povero ladro di olive viene ammazzato da un campiere, nella proprietà

di un canonico; il campiere, una specie di mafioso, scappa: e il canonico

resta a far fronte alla “giustizia”, cioè a un giudice che arriva minaccioso

accompagnato da medico, cancelliere e sbirri. Fatto il sopralluogo, il Giu-

dice accetta “un boccone”: vale a dire un pranzo abbondante e accurato,

che finisce col caffè “fatto con la macchina” e un moscadello vecchio “che

avrebbe resuscitato un morto” (ma non quel povero morto rimasto sotto

l’olivo). Il giorno dopo, un messo viene a dire al canonico che il Sig. Giudi-

ce aveva perso nel frutteto la chiave dell’orologio: “e che la cercassero bene

che doveva esserci di certo”. Il canonico capisce, compra una bella chiave

d’oro da due onze, la manda al Giudice: “e il processo andò liscio per la

sua strada”, il canonico indenne, il campiere indultato poi da Garibaldi. E

il canonico usava poi dire al Giudice: “Fu un galantuomo! Perché invece

di perdere la sola chiave, avrebbe potuto farmi cercare anche l’orologio e

la catena”… E alla non fatta giustizia del Giudice borbonico, succede l’in-

dulto di Garibaldi. La parabola si compie spietatamente, tremendamente,

con questa frase: “nel frutteto sotto l’albero vecchio dove è sepolto il ladro

delle ulive, vengono cavoli grossi come teste di bambini”.

Leonardo Sciascia,

Cruciverba

UNA sola delle seguenti affermazioni è deducibile dal testo:

A. l’indulto è un atto contrario alla giustizia

B. l’unica persona onesta del racconto è il canonico; non ha compiuto reato

C. la chiave dell’orologio del giudice è stata persa nel frutteto durante il

sopralluogo

D. Garibaldi ristabilisce il rispetto delle leggi in Sicilia

14)

Pochi giorni fa, l’Istituto archeologico di Halle, in Germania, ha annun-

ciato di aver risolto il mistero del manufatto di bronzo con Sole, Luna e stelle

d’oro, datato 1.600 avanti Cristo, ritrovato vicino alla città tedesca di Nebra: il

Disco di Nebra è un orologio astronomico usato per calcolare le discrepanze

fra il calendario solare e quello lunare. La notizia contiene due rivelazioni. La

prima è che, nell’Età del bronzo, i nordeuropei erano più evoluti di quanto ci

si aspettasse. E la seconda è che, già 3.600 anni fa, gli esseri umani – da Babi-

lonia alle rive del Reno – erano alle prese con il grande ingannatore: il tempo.