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Parte Prima
Bambini, contesti di sviluppo e problematiche educative e didattiche
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sapersi porre
in ascolto
, cercando di interpretare gli stati d’animo dei bambini ed
eventuali situazioni di malessere;
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aprirsi in un
confronto continuo con le famiglie
incentivando uno spirito di dialogo
e di collaborazione.
1.1.2
Le famiglie
La
famiglia della contemporaneità
prende sempre di più le distanze dall’immagine
del nucleo familiare tradizionale a cui siamo affezionati. Alla solitudine, derivante
dalla parcellizzazione delle famiglie e dall’ingresso massiccio delle donne nel mondo
del lavoro, a partire dalla fine degli anni ’60, si aggiungono oggi nuove forme di soli-
tudini: le
famiglie
spesso
si separano precocemente
, ciò comporta per i bambini la
perdita di punti di riferimento saldi e presenti con costanza e l’affermazione di una
pluralità di riferimenti non chiari, a volte destabilizzanti.
Si aggiunga a ciò l’aumento progressivo di
famiglie provenienti da altri paesi
, porta-
trici di un sistema culturale e di valori tradizionale, diverso dal nostro, le quali cerca-
no a partire dalla scuola nuovi riferimenti e modi per “
rinfrancare la propria identità in
una cultura per loro nuova
”. Infine, le
famiglie dei bambini disabili
rappresentano un
interlocutore complesso, in quanto spesso sono portatrici di un bagaglio di dolore e
sofferenza e cercano nella scuola accoglienza, punti di riferimento, sollievo, sostegno
e sicurezza.
La
scuola
deve essere in grado di gestire la situazione complessa che le si presenta da-
vanti a partire dal primo incontro con le famiglie, offrendosi come un
punto di riferi-
mento saldo
e chiarendo da subito il proprio ruolo formativo volto a “
rendere forti i loro
bambini e attrezzarli per un futuro che non è facile da prevedere e decifrare (…) attraverso il rico-
noscimento sereno delle differenze e la costruzione di ambienti educativi accoglienti ed inclusivi
”.
1.1.3
La scuola
La scuola dell’infanzia e la scuola primaria possono essere definite come “
contesti di
relazione di cura
”, all’interno dei quali viene messa in atto una “
pedagogia attiva e delle
relazioni che si manifesta nella capacità di ascolto e di attenzione a ciascun bambino, nella cura
dell’ambiente, dei gesti e delle cose e nell’accompagnamento verso forme di conoscenza sempre più
elaborate e consapevoli
”. La scuola ha il compito di tenere conto delle modalità d’intera-
zione con il mondo proprie di ogni bambino e di partire da esse nell’organizzazione
delle attività didattiche. In particolare, va osservata la dimensione sociale del bam-
bino e il suo legame con la cultura di appartenenza attraverso le sue relazioni con la
famiglia e con il territorio.
La “pluralità” culturale, sociale e individuale rappresenta la caratteristica pregnante
della società contemporanea, che la scuola deve essere in grado di sostenere attraver-
so l’organizzazione di un ambiente educativo e di apprendimento che accolga tutti:
“
il bambino con competenze forti, il bambino la cui famiglia viene da lontano, il bambino con
fragilità e difficoltà, nei momenti di attività ed in quelli di attesa, il bambino in situazione di
handicap con i suoi diritti speciali, il bambino ‘imperfetto’
”.
Si ribadisce l’importanza di creare un
ambiente caldo, accogliente, curato e “orien-
tato al gusto”
, all’interno del quale gli insegnanti si pongano come
modelli compor-