

Nome scientifico:
Physalis Alkekengi
Famiglia:
Solanaceae
Parti utilizzate:
bacche, raccolte in agosto
ALCHECHENGI
È una pianta perenne, che ha origine in Europa e Asia, ma oggi è
diffusa in tutto il mondo e in Italia è diventata spontanea in alcune
zone. Fiorisce in estate nei vigneti; i fiori sono bianchi e hanno una
forma caratteristica a campanella. Le foglie sono tossiche a causa
dell’elevata concentrazione di solanina. I frutti sono bacche contenu-
te all’interno di un calice, che durante l’estate si gonfia come un pal-
loncino e diventa color rosso vivo, con consistenza simile alla carta.
Le bacche assomigliano alle ciliegie, maturano a settembre e sono
ricchissime di vitamina C, carotene (precursore della vitamina A),
ferro; contengono inoltre potassio, tannini, flavonoidi, niacina,
pectina e licopene e presentano tracce di alcaloidi. Dopo la rac-
colta, si fanno essiccare lentamente in forno e si conservano in vasi
ben chiusi.
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P
ROPRIETÀ CURATIVE
Azione diuretica
In caso di edema e gotta è consigliato il consumo delle bac-
che che riducono il quantitativo di acido urico, responsabile di
questi fenomeni, permettendone l’espulsione nelle urine. Sono
inoltre indicate per la prevenzione della litiasi urinaria, cioè
la formazione dei calcoli, riuscendo in alcuni casi a dissolvere
anche quelli già esistenti. Per svolgere questa funzione si consi-
glia l’assunzione continuativa delle bacche per un periodo che
va da 1 a 6 mesi, interrompendo la cura per una settimana al
mese.
Forma d’impiego
➜
DECOTTO, TINTURA MADRE, BACCHE FRESCHE
Sapevi che...
Il nome alchechengi deriva dall’arabo
al-kakan
, e si riferisce all’aspetto, simile alla lanterna cinese,
che assume l’involucro del frutto.
In Giappone vi sono dei festival dedicati a questi frutti, che nell’antichità venivano usati, per via
della loro forma, come contraccettivi.
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