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Capitolo 19

Temi e prospettive della psicologia dello sviluppo

427

L’approccio sociologico

L’approccio evoluzionistico viene contrastato dal

filone sociologico e culturale

, ovvero

da coloro che, come

Émile Durkheim

(1858-1917), sostengono il primato della società

nello sviluppo individuale. Secondo questo filone di pensiero, è la società che condi-

ziona obiettivi e bisogni, fornisce i mezzi di sussistenza e orienta le azioni individuali.

Poiché gli individui vivono in

gruppi sociali organizzati

, essi sono fortemente condi-

zionati dalle leggi che regolano la partecipazione alla vita comunitaria. La personalità

del singolo, quindi, si forma a partire dalla sua appartenenza ad un gruppo sociale.

La

nascita della psicologia dello sviluppo

, come disciplina autonoma, avvenne uf-

ficialmente nel 1882, anno in cui

Wilhelm Preyer

(1803-1889) pubblicò

La mente del

fanciullo

, che si basava sull’osservazione di sua figlia. L’autore ne descriveva lo svi-

luppo dalla nascita ai primi quattro anni di vita illustrando come si evolvessero con-

sapevolezza, intelligenza e volontà. Preyer propose una teoria interessante che rap-

presentava una sintesi tra il primato biologico e quello sociale. Egli infatti affermò

che «

l’eredità individuale è importante quanto l’attività intellettuale nella genesi della mente.

Nessun uomo in questo caso viene dal nulla e ottiene lo sviluppo della sua psiche attraverso la

sua sola esperienza individuale; piuttosto ognuno deve riempire e rianimare attraverso l’espe-

rienza, il patrimonio ereditato, i resti delle esperienze e delle attività dei suoi antenati

(…)»

3

.

19.5

 Le principali teorie dello sviluppo

In maniera esemplificativa, possiamo dire che sono tre i grandi filoni teorici della

moderna psicologia dello sviluppo: quello

comportamentista

, quello

organismico

e

quello

psicoanalitico

, differenti l’uno dall’altro per gli assunti di base, per i metodi

di indagine e per il focus di indagine. L’approccio comportamentista, che approfon-

diremo in questo capitolo, muove dall’assunto che l’individuo è plasmabile dalle in-

fluenze ambientali ed è predisposto a sviluppare processi di apprendimento costanti

e progressivi, se sottoposto a giuste stimolazioni esterne.

Il comportamentismo

Secondo i comportamentisti, il cambiamento dipende dagli

stimoli proposti dall’am-

biente

, per cui il bambino tenderà a ripetere quelle sequenze comportamentali rin-

forzate dall’esterno e a eliminare quelle che ottengono rinforzi negativi.

L’approccio comportamentista si propone sin dalla sua origine in maniera estrema-

mente scientifica, utilizzando come metodologia di indagine la sperimentazione di

laboratorio e l’osservazione sistematica e controllata. Il focus di indagine è rappre-

sentato dai

processi di apprendimento

. La corrente più radicale si esprime con i

concetti di

condizionamento classico

e

operante

, sintetizzabili nell’espressione «

appren-

dimento associativo

», ovvero per

stimolo-risposta

.

Apprendimento associativo

Detto anche

semplice

o

meccanico

, l’apprendimento associativo è fondato dalla relazione stimo-

lo-risposta che mette capo alla formazione di abitudini. Esso comprende il

condizionamento clas-

sico

, il

condizionamento operante

e l’apprendimento di

risposte combinate

. (In U. Galimberti,

Dizionario di Psicologia

)

3

 In A. Quadrio, P. Catellani,

Psicologia dello sviluppo individuale e sociale, cit.

, p. 30.