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Capitolo 19
Temi e prospettive della psicologia dello sviluppo
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fase all’altra di sviluppo mediante cambiamenti improvvisi che annunciano nuove
acquisizioni (
teorie organismiche
).
Esistono anche in questo caso
posizioni intermedie
che prevedono la compresenza
di
processi continui e discontinui
: per esempio, si può assumere che il cambiamen-
to sia discontinuo tra uno stadio e l’altro (come avviene nel passaggio dall’infanzia
all’adolescenza), ma continuo all’interno di ciascuno stadio (nell’ambito dell’adole-
scenza si possono ipotizzare cambiamenti graduali nella crescita tra i 13 e i 18 anni).
Anche nell’
età adulta
si verificano
crisi
o
fasi di discontinuità evolutiva
legate a mo-
menti di cambiamento o di profonde trasformazioni: si pensi, per esempio, alla ma-
ternità/paternità, al pensionamento, alla menopausa. Tali passaggi, analogamente
a quanto avviene per lo svezzamento, la pubertà, la conquista del linguaggio o la
deambulazione, rappresentano fasi di transizione estremamente complesse e non
sempre lineari.
19.4
Concezioni scientifiche dello sviluppo nel corso del tempo
Per comprendere la psicologia dello sviluppo contemporanea è necessario tenere pre-
sente le sue origini e l’evoluzione dei suoi modelli esplicativi nel tempo. Tale evolu-
zione è da attribuire proprio alle diverse concezioni del bambino e del suo sviluppo.
La visione ambientalista
John Locke
(1632-1704) riteneva che il bambino nascesse come una
tabula rasa
e
che ogni sua caratteristica fosse poi plasmata dall’esperienza. Secondo questa pro-
spettiva, il neonato era privo di strutture psicologiche ed estremamente influenza-
bile dall’ambiente circostante. La visione ambientalista di Locke tendeva dunque
a negare ogni contributo dei fattori innati allo sviluppo psicologico. In tale ottica,
l’acquisizione della conoscenza avveniva esclusivamente mediante l’apprendimento
dall’esterno.
La visione naturalista
Contrapposta alla visione ambientalista è la prospettiva naturalista di
Jean Jacques
Rousseau
(1712-1778), secondo cui le predisposizioni «naturali» minimizzano gli
effetti dell’educazione e dell’esperienza. Orientato verso una teoria naturale dello
sviluppo umano, Rousseau sosteneva che i bambini sono per natura «buoni», per
cui non hanno bisogno di una particolare guida morale né di imposizioni per uno
sviluppo normale. I bambini crescono dunque secondo il «disegno della natura».
Le concezioni di Locke e Rousseau diedero luogo ad un dibattito fuorviante sul peso
relativo di «
natura vs. cultura
» nello sviluppo. La moderna psicologia dello sviluppo
evita impostazioni così dicotomiche nella consapevolezza che esista una profonda e
complessa interazione dei fattori che determinano lo sviluppo.
La teoria evoluzionistica
Lo studio scientifico dell’infanzia è divenuto rigoroso solo nel diciannovesimo secolo
con
Charles Darwin
(1809-1882), che con la sua
teoria evoluzionistica
ha dato un pri-
mo grande contributo allo studio delle differenze individuali e alle teorie dello svilup-
po. Gli studi e le ricerche sulla comparazione tra lo sviluppo animale e umano e l’eto-