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13) A.
Nella L. 833/1978, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, l’attributo
dell’essenzialità era riferito ai livelli delle prestazioni sanitarie che lo Stato, in sede
di approvazione del Piano Sanitario Nazionale, avrebbe dovuto garantire a tutti i
cittadini.
Successivamente, il D.Lgs. 502/1992, nell’ottica di razionalizzazione delle risorse,
sostituì al concetto di «
prestazione
» quello di «
assistenza
», introducendo i Livelli
Essenziali di Assistenza (LEA). Il Piano Sanitario Nazionale 19982000 quali cò
«
essenziali
» i livelli di assistenza che, in quanto necessari e appropriati, dovevano essere
«
uniformemente garantiti
» su tutto il territorio nazionale e all’intera collettività.
Nel 2001 fu emanato il decreto in base al quale i livelli di assistenza si strutturavano in
tre macroaree: l’«
assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro
», l’«
assistenza
distrettuale
» – che comprendeva le attività e i servizi diffusi sul territorio – e l’«
assistenza
ospedaliera
», nella quale rientravano le prestazioni e i servizi sanitari offerti in ospedale.
Nel 2017 si è provveduto alla revisione dei LEA, con il varo di un nuovo decreto
integralmente sostitutivo di quello del 2001 e di altri provvedimenti in vigore.
14) D.
Sul piano dell’assistenza distrettuale, la revisione del 2017 ha ampliato lo spettro
degli aventi diritto all’assistenza integrativa, precisando le condizioni per l’accesso.
I destinatari sono pazienti laringectomizzati, tracheostomizzati, ileostomizzati,
colostomizzati e urostomizzati, pazienti che necessitano permanentemente di
cateterismo, pazienti affetti da incontinenza urinaria o fecale cronica e assistiti
affetti da patologia cronica grave che obbliga all’allettamento. Si evidenzia, inoltre,
l’inserimento dei dispositivi monouso, precedentemente inclusi nell’assistenza
protesica, e la previsione di nuovi dispositivi per medicazioni avanzate.
In particolare, per l’area sociosanitaria, si individuano tipologie di assistenza
caratterizzate da livelli progressivi di complessità e impegno assistenziale, come per
esempio per
l’assistenza domiciliare integrata ai malati cronici non autosuf cienti,
che parte dalle cure domiciliari di base e arriva a quelle di elevata intensità, sostitutive
della ospedalizzazione domiciliare.
15) A.
La macroarea «
prevenzione collettiva e sanità pubblica
» – che sostituisce l’area
precedentemente denominata «
assistenza sanitaria collettiva negli ambienti di vita
e di lavoro
» – si caratterizza, rispetto alla previsione del 2001, per una differente
aggregazione delle attività, una più accentuata speci cazione dei programmi, una
maggiore attenzione alla sorveglianza e alla prevenzione primaria delle malattie
croniche, inclusi gli stili di vita sani e i programmi organizzati di screening.
Tra le nuove prestazioni ricomprese in questa area si segnala la vaccinazione anti
HPV per la prevenzione del cancro alla cervice uterina. Sono comunque incluse le
vaccinazioni già previste dal vecchio calendario nazionale (contro pneumococco
e meningococco C nei nuovi nati; HPV nelle undicenni) e sono state introdotte le
vaccinazioni previste dal nuovo Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017
2019 (es. meningococco B, rotavirus e varicella nei nuovi nati; HPV nei maschi
undicenni; meningococco tetravalente ACWY135 e richiamo antipolio con IPV negli
adolescenti; pneumococco e Zoster nei sessantacinquenni).
16) D.
LaL.24/2017recepiscel’opinionegiurisprudenzialeormaiconsolidatasecondo
cui si con gura un regime di doppia responsabilità, contrattuale ed extracontrattuale,