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5.3. L’Impero islamico

La storia dell’espansione islamica può essere così suddivisa:

califfato elettivo (632-661);

califfato omayyade (661-750);

califfato abbàside (750-945).

Alla morte di Maometto, la

umma

islamica fu affidata ad un

califfo

, Abu Bakr, strettissimo collaboratore del Profeta, eletto

dai capipopolo. Nel 634 gli successe Omar. Il nuovo califfo

governò per dieci anni e sottrasse ai Bizantini la Palestina, la

Siria, l’Egitto e la Tripolitania. Nel 642 erano sotto il dominio

degli islamici anche la Mesopotamia e la Persia occidentale.

L’Impero sassànide, quindi, improvvisamente scomparve, sop-

piantato dai nuovi dominatori, dotati di un esercito forte e velo-

ce. Gli islamici seppero imporsi nei nuovi territori:

con la forza delle

armi

;

sfruttando la

debolezza

degli imperi bizantino e sassànide e

l’esoso fiscalismo al quale sottoponevano le masse;

adottando un

atteggiamento tollerante

sul piano religioso,

in quanto gli Arabi non intesero convertire le popolazioni

locali, ma garantirono protezione ai cristiani e agli ebrei die-

tro il pagamento di un tributo;

grazie al

messaggio

islamico, favorevole ai ceti più deboli;

esentando i musulmani dal pagamento delle tasse

(questo

aspetto incoraggiò non poco la conversione all’Islam);

portando

benessere economico

e vivacità commerciale;

ridando

slancio all’agricoltura

attraverso importanti opere

di irrigazione.

Dopo i califfati di Othman e Alì, dal 661 al 750 il potere pas-

sò all’

aristocrazia mercantile meccana

, rappresentata dalla

dinastia omayyade

. Alla morte di Alì (genero di Maometto), i

suoi seguaci e suo figlio

Al-husayn

dichiararono che solo i

discendenti di Maometto avrebbero potuto guidare la

umma

. A

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L’Islam e il mondo orientale