

assai diverso e più politicamente spregiudicato rispetto a quello
più genuino seguito dai fedeli in epoca imperiale.
Inoltre, non si vuole proporre il cristianesimo e l’ascesa della
Chiesa come unico fattore caratterizzante l’età medievale, la
quale fu segnata da molti altri nuovi elementi.
1.3. La figura di Gesù di Nazareth
Nato a Betlemme fra il 7 e il 2 a.C., Gesù di Nazareth iniziò
la sua predicazione in tutta la Palestina all’età di trent’anni. Si
trattava di una
predicazione rivoluzionaria
per l’epoca, perché
sanciva l’
uguaglianza
davanti a Dio di tutti gli uomini, la
fra-
tellanza
, un rapporto padre-figli fra Dio e gli uomini. In più,
Gesù predicava la
libertà
degli uomini e l’
amore
, per Dio e per
il prossimo, anche se nemico. Per quanto riguarda le autorità
romane, la pericolosità della predicazione di Gesù risiedeva:
•
principalmente nell’innovativa
divisione fra potere tempo-
rale e potere spirituale
, secondo l’indicazione “Date a Cesa-
re quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”,
•
ma anche nel suo essere spirituale e trascendentale.
La nuova predicazione, infatti, rifacendosi al misticismo
orientale, non era ancorata al pragmatismo e all’utilitarismo
religiosi tipici del paganesimo romano. Nell’antica Roma la
devozione agli dèi era offerta per ottenerne, in cambio, dei
benefici materiali. La predicazione di Gesù, invece, non inco-
raggiava il materialismo. Le sofferenze e le difficoltà andavano
viste come dei passaggi obbligati, da affrontare attraverso la fede
in Dio e nella speranza della risurrezione.
Gesù fu riconosciuto dai suoi seguaci quale
Figlio di Dio
, il
Messia degli Ebrei. Il titolo di Figlio di Dio, le continue accuse
di corruzione e ipocrisia rivolte alla casta sacerdotale ebraica e
la predicazione della vita eterna anche per i peccatori gli valse-
ro la condanna a morte da parte del sinedrio dei sacerdoti ebrei,
confermata poi dal governatore romano Ponzio Pilato. Tre
giorni dopo la sua morte, avvenuta in un momento imprecisato
La figura di Gesù di Nazareth
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