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184

Appendice

I modelli di riferimento in musicoterapia sono frutto di numerose

esperienze che fanno riferimento alle primissime applicazioni del-

la disciplina in vari ambiti patologici.

In occasione del IX Congresso Mondiale di musicoterapia, la

World

Federation of Music Therapy

ha accreditato i

modelli musicoterapici

più diffusi e consolidati. Essi sono:

1.

il modello dell’

improvvisazione creativa,

sulla base delle teorie di

Nordoff e Robbins;

2.

il modello

comportamentista,

basato sulle teorie di Madsen;

3.

il modello

recettivo, Immaginario Guidato e Musica,

sulla base delle

teorie di Bonny;

4.

il modello

psicanalitico

, basato sulle teorie di Priestley;

5.

il modello

attivo relazionale

e di

libera improvvisazione

, basato sulle

teorie di Berenzon.

Il modello dell’

improvvisazione creativa

fu teorizzato da Nordoff e

Robbins, rispettivamente musicista e insegnante di sostegno. Que-

sto approccio si basa sull’

improvvisazione

ed è

creativo

perché il tera-

pista “crea” la musica nel momento in cui comincia il suo interven-

to. La musica stessa, quindi, è la terapia e non è usata come

strumento terapeutico.

Il modello

comportamentista

teorizzato da Cliff Madsen si basa sulle

teorie del comportamentismo nordamericano, per le quali, quin-

di, il suono viene utilizzato come stimolo alla produzione di un

determinato comportamento. Dato un certo stimolo (suono) si

produrrà, quindi, una determinata risposta (azione o comporta-

mento).

Il modello

recettivo, Immaginario guidato e Musica

(GIM) è di stampo

psicanalitico ed è stato teorizzato da Helen Bonny. Un apposito

programma di musica classica viene utilizzato per favorire l’evol-

versi di esperienze interiori. Considerato che l’ascolto della musica

facilita il dialogo con il proprio inconscio, durante la seduta il te-

rapeuta offre il suo sostegno dialogando con l’ascoltatore. Il tera-

peuta ha il compito di incoraggiare l’ascoltatore a concentrarsi

man mano che emergono emozioni, stati d’animo, sensazioni fisi-

che, ricordi e pensieri. In questo modo si favorisce l’esperienza

creativa dell’ascoltatore.

Il modello

psicanalitico

di Mary Priestley, indicato anche con la sigla

AOM (Musica orientata analiticamente), è di stampo junghiano ed

è basato sull’improvvisazione.