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Appendice
I modelli di riferimento in musicoterapia sono frutto di numerose
esperienze che fanno riferimento alle primissime applicazioni del-
la disciplina in vari ambiti patologici.
In occasione del IX Congresso Mondiale di musicoterapia, la
World
Federation of Music Therapy
ha accreditato i
modelli musicoterapici
più diffusi e consolidati. Essi sono:
1.
il modello dell’
improvvisazione creativa,
sulla base delle teorie di
Nordoff e Robbins;
2.
il modello
comportamentista,
basato sulle teorie di Madsen;
3.
il modello
recettivo, Immaginario Guidato e Musica,
sulla base delle
teorie di Bonny;
4.
il modello
psicanalitico
, basato sulle teorie di Priestley;
5.
il modello
attivo relazionale
e di
libera improvvisazione
, basato sulle
teorie di Berenzon.
Il modello dell’
improvvisazione creativa
fu teorizzato da Nordoff e
Robbins, rispettivamente musicista e insegnante di sostegno. Que-
sto approccio si basa sull’
improvvisazione
ed è
creativo
perché il tera-
pista “crea” la musica nel momento in cui comincia il suo interven-
to. La musica stessa, quindi, è la terapia e non è usata come
strumento terapeutico.
Il modello
comportamentista
teorizzato da Cliff Madsen si basa sulle
teorie del comportamentismo nordamericano, per le quali, quin-
di, il suono viene utilizzato come stimolo alla produzione di un
determinato comportamento. Dato un certo stimolo (suono) si
produrrà, quindi, una determinata risposta (azione o comporta-
mento).
Il modello
recettivo, Immaginario guidato e Musica
(GIM) è di stampo
psicanalitico ed è stato teorizzato da Helen Bonny. Un apposito
programma di musica classica viene utilizzato per favorire l’evol-
versi di esperienze interiori. Considerato che l’ascolto della musica
facilita il dialogo con il proprio inconscio, durante la seduta il te-
rapeuta offre il suo sostegno dialogando con l’ascoltatore. Il tera-
peuta ha il compito di incoraggiare l’ascoltatore a concentrarsi
man mano che emergono emozioni, stati d’animo, sensazioni fisi-
che, ricordi e pensieri. In questo modo si favorisce l’esperienza
creativa dell’ascoltatore.
Il modello
psicanalitico
di Mary Priestley, indicato anche con la sigla
AOM (Musica orientata analiticamente), è di stampo junghiano ed
è basato sull’improvvisazione.