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1
Letteratura italiana
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doveva trascrivere lo stato d’animo del poeta, il suo
sbigottimento d’amore
. Ne è unani-
mamente considerato il caposcuola il bolognese
Guido Guinizzelli
(1235 ca.-1276),
la cui poesia “
Al cor gentil rempaira sempre amore
” è ritenuta una sorta di manifesto di
tale corrente poetica. Altri autori furono i toscani
Guido Cavalcanti
,
Cino da Pisto-
ia
,
Lapo Gianni, Gianni Alfani
e lo stesso
Dante
della “Vita nova”.
I motivi essenziali del “dolce stil novo” furono:
• una nuova concezione della
nobiltà
,
da intendersi non come nobiltà di stirpe, di
sangue, secondo la tradizionale concezione feudale, ma come
nobiltà d’animo
;
• il
legame tra amore e “cor gentil”
, conseguente alla rielaborazione ad un livello più
alto del tema dell’amor cortese: solo un animo gentile può provare amore;
• l’
idealizzazione della donna
, la quale, suscitando l’amore nel cuore del poeta, gui-
da quest’ultimo al perfezionamento morale e spirituale: poiché solo le creature
celesti possono consentire all’uomo tale beatitudine, la donna è come un angelo
(
donna angelicata
).
La poesia realistica e burlesca
Contemporaneamente al dolce stil novo si sviluppò una corrente poetica detta
comico-
realistica
o meglio
burlesca
. I poeti che ne facevano parte, a differenza degli stilnovisti presi
dalle loro idealità e dalle loro donne angelicate, si divertivano a produrre versi scherzosi,
spesso caricaturali, che avevano come temi gli aspetti della vita quotidiana, principal-
mente l’intrattenimento nell’osteria e l’amore inteso in modo venale. Ricordiamo tra
questi il !orentino
Rustico di Filippo
e soprattutto il senese
Cecco Angiolieri
.
La prosa
Nella letteratura in volgare delle origini la prosa ebbe un’incidenza minore della
poesia. Meritano di essere ricordati il “
Novellino
”, raccolta di cento brevi novelle di
autore ignoto, e “
Il Milione
”, il noto racconto che il mercante veneziano
Marco Polo
(1254-1324) fece dei suoi lunghi viaggi nella Cina del Gran Khan.
1.1.2
•
Dante Alighieri
Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia di piccola nobiltà. La sua
donna ispiratrice fu
Beatrice
e le fasi di questo amore spirituale sono raccontate
nell’opera giovanile “Vita nova” secondo i canoni del “dolce stil novo”. Dopo la morte
di Beatrice, avvenuta nel 1290, e l’esaurirsi dell’esperienza poetica stilnovista, Dante
partecipò attivamente alla vita politica di Firenze. Nell’estate del 1300 fu priore e
cercò di paci!care Firenze, dilaniata dalla lotta tra Guel! Bianchi, e Guel! Neri.
L’anno successivo con l’appoggio di papa
Bonifacio VIII
i Neri si impadronirono del
potere a Firenze con un colpo di mano, cacciarono i Bianchi e ne con!scarono i beni.
Dante fu processato per
baratteria
e condannato all’interdizione dai pubblici uf!ci e al
pagamento di una multa. Cominciò così il suo lungo
esilio
perché, non essendosi pre-
sentato in Firenze, il poeta fu processato una seconda volta in contumacia e condan-
nato a morte. Fu in Lunigiana presso i Malaspina, a Verona presso i Della Scala, in!ne
presso i Da Polenta a Ravenna, dove morì nel 1321 senza poter ritornare mai a Firenze.