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CAPITOLO

1

Letteratura italiana

167

www.

edises

.it

doveva trascrivere lo stato d’animo del poeta, il suo

sbigottimento d’amore

. Ne è unani-

mamente considerato il caposcuola il bolognese

Guido Guinizzelli

(1235 ca.-1276),

la cui poesia “

Al cor gentil rempaira sempre amore

” è ritenuta una sorta di manifesto di

tale corrente poetica. Altri autori furono i toscani

Guido Cavalcanti

,

Cino da Pisto-

ia

,

Lapo Gianni, Gianni Alfani

e lo stesso

Dante

della “Vita nova”.

I motivi essenziali del “dolce stil novo” furono:

• una nuova concezione della

nobiltà

,

da intendersi non come nobiltà di stirpe, di

sangue, secondo la tradizionale concezione feudale, ma come

nobiltà d’animo

;

• il

legame tra amore e “cor gentil”

, conseguente alla rielaborazione ad un livello più

alto del tema dell’amor cortese: solo un animo gentile può provare amore;

• l’

idealizzazione della donna

, la quale, suscitando l’amore nel cuore del poeta, gui-

da quest’ultimo al perfezionamento morale e spirituale: poiché solo le creature

celesti possono consentire all’uomo tale beatitudine, la donna è come un angelo

(

donna angelicata

).

La poesia realistica e burlesca

Contemporaneamente al dolce stil novo si sviluppò una corrente poetica detta

comico-

realistica

o meglio

burlesca

. I poeti che ne facevano parte, a differenza degli stilnovisti presi

dalle loro idealità e dalle loro donne angelicate, si divertivano a produrre versi scherzosi,

spesso caricaturali, che avevano come temi gli aspetti della vita quotidiana, principal-

mente l’intrattenimento nell’osteria e l’amore inteso in modo venale. Ricordiamo tra

questi il !orentino

Rustico di Filippo

e soprattutto il senese

Cecco Angiolieri

.

La prosa

Nella letteratura in volgare delle origini la prosa ebbe un’incidenza minore della

poesia. Meritano di essere ricordati il “

Novellino

”, raccolta di cento brevi novelle di

autore ignoto, e “

Il Milione

”, il noto racconto che il mercante veneziano

Marco Polo

(1254-1324) fece dei suoi lunghi viaggi nella Cina del Gran Khan.

1.1.2

Dante Alighieri

Dante Alighieri nacque a Firenze nel 1265 da una famiglia di piccola nobiltà. La sua

donna ispiratrice fu

Beatrice

e le fasi di questo amore spirituale sono raccontate

nell’opera giovanile “Vita nova” secondo i canoni del “dolce stil novo”. Dopo la morte

di Beatrice, avvenuta nel 1290, e l’esaurirsi dell’esperienza poetica stilnovista, Dante

partecipò attivamente alla vita politica di Firenze. Nell’estate del 1300 fu priore e

cercò di paci!care Firenze, dilaniata dalla lotta tra Guel! Bianchi, e Guel! Neri.

L’anno successivo con l’appoggio di papa

Bonifacio VIII

i Neri si impadronirono del

potere a Firenze con un colpo di mano, cacciarono i Bianchi e ne con!scarono i beni.

Dante fu processato per

baratteria

e condannato all’interdizione dai pubblici uf!ci e al

pagamento di una multa. Cominciò così il suo lungo

esilio

perché, non essendosi pre-

sentato in Firenze, il poeta fu processato una seconda volta in contumacia e condan-

nato a morte. Fu in Lunigiana presso i Malaspina, a Verona presso i Della Scala, in!ne

presso i Da Polenta a Ravenna, dove morì nel 1321 senza poter ritornare mai a Firenze.