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STUDIO
Cultura generale
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La letteratura in volgare delle origini si espresse in alcuni generi: poesia religiosa,
genere didattico-allegorico, poesia lirica, poesia burlesca, prosa.
La poesia religiosa
Si può affermare che un po’ tutta la letteratura in volgare del Duecento e del Trecen-
to contenesse riferimenti religiosi, dato che la religione era assolutamente preminen-
te nella vita degli uomini del Medio Evo. Per poesia religiosa
si deve intendere, quella
che stimolava ad una condotta di vita più morale e ammoniva chi non si comportava
da buon cristiano. In particolare, in Umbria emersero due !gure, notevoli
San Fran-
cesco di Assisi
e
Iacopone da Todi
.
San Francesco d’Assisi
(1181-1226) abbandonò gli agi della casa del padre Bernar-
do, facoltoso mercante, per dedicarsi ad una vita unicamente spirituale, seguendo
l’esempio di Cristo anche nella povertà. Il componimento poetico universalmente
conosciuto di San Francesco è il “
Cantico delle Creature
”, scritto in volgare umbro,
il primo testo poetico della letteratura italiana. È un invito a lodare Dio attraverso le
sue creature, ringraziandolo per tutto ciò che ha dato agli uomini.
Il genere didattico allegorico
Fu molto diffuso sia nella poesia sia nella prosa. La sua !nalità era di diffondere veri-
tà di fede e precetti morali, ma anche nozioni di vario sapere, spesso ricorrendo alla
!gura retorica dell’allegoria. Ricordiamo, tra gli autori, il !orentino
Brunetto Latini
(1220ca.-1294), maestro di Dante.
La lirica d’arte
Annovera i poeti della “scuola siciliana”, della “scuola toscana” e del “dolce stil novo”.
La scuola siciliana.
Fu detta così da Dante quella corrente letteraria che si sviluppò
presso la corte di Palermo, capitale del Regno di Sicilia, dove il re
Federico II di Sve-
via
favorì la cultura e le arti. Sul modello della poesia provenzale, i siciliani diedero
vita ad una poesia lirica amorosa raf!nata, accogliendo il tema dell’
amor
cortese
, inte-
so come omaggio del cavaliere alla dama. I maggiori poeti furono lo stesso Federico
II, suo !glio
Enzo
,
Pier della Vigna
,
Giacomo da Lentini
(inventore del sonetto),
Odo delle Colonne
,
Rinaldo d’Aquino
.
La scuola toscana.
Quando gli Svevi furono scon!tti dagli Angioini e la corte di Pa-
lermo decadde, i motivi della “ scuola siciliana” furono ripresi da alcuni poeti toscani
nel loro volgare. Nacque così la “scuola toscana” che, ai tradizionali motivi dell’amor
cortese, aggiunse temi morali, civili e politici derivati dalla più dinamica e movi-
mentata vita politica dei Comuni della Toscana. Tra questi poeti il più importante fu
Guittone d’Arezzo
(1235ca.-1294).
Il dolce stil novo.
Fu chiamata cosi da Dante, in un celebre passo del XXIV canto del
“Purgatorio”, un’importantissima esperienza letteraria che si manifestò soprattutto
in Toscana nella seconda metà del Duecento. Dante ne de!nì lo stile
dolce
, per la
delicatezza e la soavità dell’espressione poetica, e
nuovo
perché questa espressione