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20C Applicazioni di agenti ossidanti standard 

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volmente stabili perché la reazione di decomposizione è lenta. Essa è catalizzata dal-

la luce, dal calore, dagli acidi, dalle basi, dal manganese(II) e dal biossido di manga-

nese.

Si possono preparare soluzioni moderatamente stabili di ione permanganato se

gli effetti di questi catalizzatori, specie del biossido di manganese, vengono ridotti

al minimo. Il biossido di manganese è un contaminante persino nel permanganato

di potassio solido di migliore qualità. Inoltre, questo composto si forma nelle

soluzioni del reagente preparate di fresco in conseguenza della reazione dello ione

permanganato con le sostanze organiche e la polvere presenti nell’acqua usata per

preparare la soluzione. La rimozione del biossido di manganese per filtrazione

prima della standardizzazione migliora notevolmente la stabilità delle soluzioni

standard di permanganato. Prima della filtrazione, la soluzione del reagente

viene lasciata a riposo per circa 24 ore oppure viene riscaldata per breve tempo

per affrettare l’ossidazione delle specie organiche generalmente presenti in piccole

quantità in acqua distillata e deionizzata. Non si può usare la carta per filtrare,

perché lo ione permanganato reagisce con essa per formare ulteriore biossido di

manganese.

Le soluzioni standardizzate di permanganato andrebbero conservate al buio. Sono

richieste la filtrazione e la ristandardizzazione se si riscontra un po’ di solido in solu-

zione o sulle pareti del recipiente di conservazione. In ogni caso, la ristandardizzazio-

ne ogni una o due settimane è una buona misura precauzionale.

Le soluzioni che contengono un eccesso di permanganato standard non dovreb-

bero mai essere riscaldate perché si decompongono ossidando l’acqua. Questa de-

composizione non può essere compensata con un bianco. È possibile titolare soluzio-

ni acide molto calde di riducenti con il permanganato senza errore, comunque, se il

reagente viene aggiunto abbastanza lentamente da non permettere l’accumulo di lar-

ghi eccessi.

Le soluzioni di permanganato

sono moderatamente stabili

purché siano private del biossido

di manganese e conservate in un

recipiente scuro.

Determinazione delle specie cromo in campioni acquosi

Il cromo è un metallo importante da monitorare nei campioni ambientali. Non

solo è importante la quantità totale di cromo, ma anche lo stato di ossidazione

nel quale il cromo si trova. In acqua, il cromo può esistere come specie Cr(III) o

Cr(VI). Il cromo(III) è un nutriente essenziale e non è tossico. Il cromo(VI), inve-

ce, è un noto carcinogeno. Quindi, la determinazione dell’ammontare di cromo in

ognuno di questi stati di ossidazione spesso è più interessante della quantità di cro-

mo totale. Sono disponibili diversi metodi efficaci per la determinazione selettiva

del Cr(VI). Uno dei più comuni coinvolge l’ossidazione del reagente 1,5-difenil-

carboidrazide (difenilcarbazide) da parte del Cr(VI) in soluzione acida. La reazio-

ne produce un chelato rosso-porpora di Cr(III) e di fenilcarbazide che può essere

monitorato colorimetricamente. La reazione diretta tra il Cr(III) e il reagente è così

lenta che fondamentalmente è misurato solo il Cr(VI). Per determinare il Cr(III), il

campione è ossidato con un eccesso di permanganato in soluzione alcalina per tra-

sformare tutto il Cr(III) in Cr(VI). L’eccesso di ossidante è distrutto con sodio azi-

de. Si esegue quindi, una nuova misura colorimetrica per determinare il cromo to-

tale [il Cr(VI) originale più quello formato per ossidazione del Cr(III)]. La quan-

tità di Cr(III) presente è quindi ottenuta sottraendo la quantità di Cr(VI) ottenu-

ta nella misura originale dalla quantità di cromo totale ottenuta dopo ossidazione

con il permanganato. Si noti che qui il permanganato è stato usato come agente os-

sidante ausiliario.

NOTA 6789