Previous Page  32 / 34 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 32 / 34 Next Page
Page Background

782

Capitolo 29

 Farmaci antidepressivi

ninergico. Affinché il potenziamento prenda il soprav-

vento, occorre che i recettori 5-HT

1A

si desensibilizzino,

perdendo così la loro capacità inibitoria. La ritardata

comparsa dell’effetto terapeutico degli SSRI potrebbe

derivare proprio dal tempo necessario all’instaurarsi

della desensibilizzazione dei recettori 5-HT

1A

. Da questa

osservazione è derivata una teoria, chiamata ‘adattativa’

(o ‘di adattamento recettoriale’), che però non è in gra-

do di spiegare molte osservazioni cliniche, tra cui il fat-

to che il fenomeno non è universalmente condiviso tra

tutti gli antidepressivi e che esiste una grande variabilità

tra pazienti diversi. È stata proposta quindi una teoria

ulteriore (della ‘disregolazione’) che suggerisce come

la depressione dovrebbe implicare una disfunzione di

differenti aree del cervello, in particolare la corteccia

frontale, l’ippocampo, l’amigdala, i gangli della base,

che a loro volta sono modulate da diversi sistemi di tra-

smissione monoamminergica. Quindi, fattori diversi,

ed in particolar modo lo stress, potrebbero influenzare

cos’è che rende diverso il trattamento della depressio-

ne? Un punto da considerare è che il trattamento della

depressione è, appunto, non ‘on demand’ e deve essere

prolungato nel tempo. Cosa accade, a livello sinaptico e

intracellulare, quando si ha un sostenuto aumento della

concentrazione di neurotrasmettitore? Un possibile ef-

fetto è che il neurotrasmettitore, e in particolare la sero-

tonina, attivi in maniera sostenuta non solo i recettori

postsinaptici, ma anche i recettori presinaptici che fun-

gono da autorecettori. In effetti, gli SSRI potenziano la

neurotrasmissione serotoninergica non solo bloccando

la ricaptazione della serotonina, ma anche desensibiliz-

zando i recettori presinaptici 5-HT

1A

. Questi recettori,

localizzati sul soma e sui dendriti dei neuroni seroto-

ninergici, svolgono un ruolo inibitorio sul ‘firing’ degli

stessi neuroni. L’iniziale trattamento con l’inibitore del-

la ricaptazione aumenta i livelli di serotonina, che inte-

ragisce anche con i recettori 5-HT

1A

, producendo così

un’inibizione e non un potenziamento del firing seroto-

Effetti sinaptici

(ore - giorni)

Settimane

di trattamento

con antidepressivi

8

6

4

2

0

Effetti collaterali

(ore - giorni)

Effetti terapeutici

(4 - 6 settimane)

FIGURA 29.9 

Dinamica temporale degli effetti degli antidepressivi.

RIQUADRO 29.3 

Non solo depressione per gli antidepressivi...

L’introduzione della fluoxetina, con il nome

Prozac

®

,

nella seconda metà degli anni 1980 ha in un certo senso

determinato l’accettazione sociale di terapie psichiatri-

che. Questo, tra le altre cose, ha consentito che venis-

sero esplorati più facilmente campi di applicazione non

canonici per i farmaci ristabilenti il tono noradrenergico

e, soprattutto, serotoninergico. Oggi, 28 anni dopo l’intro-

duzione del Prozac, il potenziale di applicazione per gli

inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

è molto ampio e, accanto a nuove opportunità, pone nuovi

problemi.

Un primo ambito di applicazione non convenzionale per

gli inibitori della ricaptazione della serotonina è quello dei

disordini ossessivo-compulsivi. Il disordine (o sindrome)

ossessivo-compulsivo è caratterizzato da pensieri ossessivi

associati a compulsioni (azioni particolari o rituali da ese-

guire) che tentano di neutralizzare l’ossessione. Sebbene

catalogato come disturbo ansioso nel

Diagnostic and Sta-

tistic Manual of Mental Disorders

, il disordine ossessivo-

compulsivo è frequentemente refrattario al trattamento con

ansiolitici, mentre risponde al trattamento con SSRI. Tut-

tavia, mentre nel caso della depressione maggiore il risul-

tato più frequente è la risoluzione dei sintomi in 4-8 set-

timane, nel caso di questo disordine una risoluzione solo

parziale è generalmente ottenuta dopo anche 26 settimane

con dosaggi iniziali molto alti.

Un secondo ambito di applicazione è la crisi di panico,

in cui si ottiene frequentemente remissione totale (soprat-

tutto se in combinazione con benzodiazepine) con tratta-

menti di 3-8 settimane.

Gli SSRI trovano inoltre utile applicazione nelle fobie

sociali (ad es., la paura di parlare in pubblico) e nel trat-

tamento dei cosiddetti disordini da stress post-traumatico.

Gli SSRI producono una sostenuta remissione del sin-

tomo nel caso di bulimia, con una risposta al trattamento

pressoché immediata e, infine, vengono utilizzati come far-

maci ‘on demand’ per il trattamento di disfunzioni sessuali

quali l’eiaculazione precoce.