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Tracce svolte per la prova scritta

www.

edises

.it

Per Comoglio il C.L. si identifica con un nuovo modo di “fare scuola”,

passando da un apprendimento di tipo competitivo e individualistico a un

modello integrato da alcune prospettive che sono al centro della riflessione

educativa, come le comunità di apprendimento, l’insegnamento individualiz-

zato, la valutazione autentica, la cognizione situata. In definitiva il C.L. si offre

come strumento flessibile, ricco di risorse e potenzialità, in grado di fornire

risposte nuove, efficaci ed attuali alle problematiche complesse che investono

il mondo della scuola.

La caratteristica più significativa del C.L., secondo Comoglio, è

l’interdi-

pendenza positiva

tra i componenti del gruppo, cioè quella condizione per cui

ogni membro agisce e si comporta in modo collaborativo perché convinto che

solo dalla collaborazione può scaturire il proprio successo e quello degli altri

membri del gruppo.

Per i fratelli Johnson

la cooperazione è lavorare insieme per realizzare

obiettivi condivisi. All’interno del piccolo gruppo gli studenti lavorano insie-

me per portare al massimo il loro livello di apprendimento e quello degli altri.

Paul Vermette definisce una classe “cooperativa” quella divisa in piccoli

gruppi per lo più eterogenei e di composizione fissa organizzati dall’insegnan-

te, uniti per svolgere un’attività finalizzata ad ottenere un prodotto, sintesi di

tutte le “responsabilità” dei singoli.

Shlomo Sharan considera il C.L. come un sistema di rete di gruppi, non di

individui, situato in un sistema più ampio che è la scuola, le cui componenti

(insegnanti e dirigenti) interagiscono al fine di facilitare l’interdipendenza uti-

le alla classe rinnovata. La necessità dell’interazione tra docenti e dirigenti è

elemento indispensabile per la riuscita del C.L.

Davidson e Schniedewind sottolineano come il C.L. motivi fortemente gli

insegnanti, in quanto l’applicazione di questa strategia richiede una progetta-

zione approfondita, con consegne precise per il docente, quali la differenzia-

zione dei compiti richiesti ai gruppi, l’aiuto e l’incoraggiamento agli alunni,

lo stimolo ad apprezzare le differenze di competenze ed esperienze tra pari.

Cohen e Lotan evidenziano nel gruppo cooperativo gli elementi della

ete-

rogeneità

, come fattore in grado di affrontare e risolvere un problema, e dello

status

(grado sociale convenzionale condiviso da tutti), come scenario misto

di aspettative e di compiti da attribuire ai singoli individui, dove ognuno avrà

almeno una delle abilità necessarie per realizzare il progetto. Per questo divie-

ne necessario assegnare alte abilità anche a studenti di basso status.