

Capitolo 4
Educare, istruire e formare: tra globalizzazione e identità territoriale
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anche dell’individuo in quanto “essere singolare plurale”
7
,
nonché dell’istruzione, dell’educazione e della scuola; 2) lo
spazio
, inteso come pluralità di forme fisico-geografiche, ma
soprattutto in quanto spazio metaforico del territorio stesso
(per esempio, il passato, la lingua, la letteratura, l’arte, la re-
ligione, la musica).
In particolare, rispetto alla percezione dello spazio territoria-
le, dobbiamo chiarire che questa è segnata da due coordina-
te fondamentali: la nozione di
spazio multiplo
e quella di
spazio
vuoto
, ovvero
spazio del corpo
e
spazio del cuore
, e tra i due un
vuoto. Insomma l’esperienza territoriale umana è differen-
ziale e discontinua e quindi lo spazio fisico è diviso da quello
psicologico. Spesso i diversi spazi non vivono l’opposizione
ma la complementarità o l’indifferenza attraverso lo slitta-
mento, la trasposizione dagli spazi fisici a quelli psicologici
che sono dematerializzati e intangibili. Il
tempo sociale
e
lo
spa-
zio
così intesi costituiscono quello che l’Ocse chiama “
capita-
le territoriale
”.
4.2.2
Come si legge un territorio
Gli indicatori di lettura della realtà territoriale, elaborati dal-
la Commissione Eurostat, sono: 1) il
capitale territoriale
; 2) il
capitale cognitivo
; 3) il
capitale umano
. Il primo guarda all’uo-
mo-persona, più che allo Stato indebitato e all’uomo debito-
re verso il capitale finanziario, guarda ai tre livelli di attività
umana così come teorizzati da H. Arendt,
homo laborans
,
homo
faber
e
homo politicus
, e concerne la sfera della libertà umana,
compresa l’etica e la morale
8
. Il
capitale territoriale
cioè, nel
guardare al lavoro, alle imprese, all’industria, alla produttivi-
7
J.L. Nancy,
Essere singolare plurale
, Einaudi 2001, prima edizione 1996.
8
H. Arendt,
Vita Activa
, Bompiani 1964; vedi in merito anche il saggio di E.
Boncinelli e G. Sciarretta,
Homo faber
, Baldini e Castoldi 2015.