

Scuola, società e formazione
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cano quindi elementi ben diversi dai fattori economici, come
per esempio gli ideali, le fedi e i valori etici.
L’analisi dei processi di transnazionalizzazione degli ultimi
settant’anni, come osserva A. Iriye
1
, ci fa evincere un grado
senza precedenti di interazioni fra comunità e habitat natu-
rale, idee e beni, di strette connessioni fra questioni politiche
ed economiche, sociali, educative e culturali, di interdipen-
denza nei destini di Nazioni, civiltà e individui. E motore di
questa trasformazione globale sono state innanzitutto la
scienza, la tecnologia, l’economia e il mondo della comuni-
cazione. Insomma, sul piano concettuale, oggi si avverte la
consapevolezza di un destino condiviso dell’umanità, che
però non ancora si è tradotto in coscienza critica e capacità
di “fare la storia” per milioni di individui.
Vogliamo dire che, nel corso degli ultimi decenni e su scala
mondiale, è emerso con forza come
diversità
e
omologazione
abbiano camminato fianco a fianco. In questo percorso, le
culture individuali si sono arricchite, anche se non hanno
prodotto un’unica cultura globale, come dimostrano, a titolo
di esempio, le numerose violazioni dei diritti umani prose-
guite di pari passo con l’intolleranza della diversità. Il fatto è
che le ondate transnazionali si sono infrante sulle asperità
del nazionalismo politico e religioso, nonché del regionali-
smo (non solo in Italia), per cui il processo di integrazione
e/o fusione di identità si è radicalizzato, portando divisioni e
limiti operativi.
Ne deriva che la comprensione della globalizzazione e di tut-
ti i fenomeni assai complessi che ne derivano – come il costi-
tuirsi di nuove condizioni di lavoro, le continue innovazioni
scientifiche e tecnologiche, l’avvento dei social network in
materia di informazione e formazione – rimane un aspetto
cruciale della storia contemporanea.
1
A. Iriye,
Global Interdependence
.
The world after 1945
, Belknap Press 2013.