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Parte Seconda

Competenze disciplinari

del provino. La fase secondaria o stazionaria è quella in cui la velocità di defor-

mazione (data dalla pendenza della curva di scorrimento) è pressoché costante

e uguale al valore minimo di velocità osservabile nel corso della prova: per

questo motivo la pendenza della curva di scorrimento nella fase secondaria è

nota come velocità di deformazione stazionaria o secondaria.

33) C.

 Il fenomeno della cavitazione ad alta temperatura è il principale

responsabile del danneggiamento da

creep

subìto dai materiali metallici. Esso

consiste nella nucleazione di cavità o vuoti al bordo dei grani e nella loro

crescita (facilitata o meno dagli scorrimenti viscosi) fino al raggiungimento

di una condizione di instabilità che produce la frattura del provino e/o del

componente. La presenza di queste cavità, inoltre, riduce l’area resistente del

provino o del componente, con conseguente incremento della tensione media

effettiva e della velocità di scorrimento (responsabile del

creep

terziario).

34) A.

 Il

creep

terziario è l’ultima fase attraverso cui evolve il fenomeno del

creep

durante una prova di scorrimento. In essa si osservano progressivi incre-

menti di velocità di deformazione fino alla frattura finale del provino. Questi

incrementi sono dovuti alla riduzione nel tempo dell’area resistente minima

del provino/componente, o all’incremento delle deformazioni da

creep

nella

direzione di applicazione del carico (deformazioni con carattere deviatorico

al pari di quelle plastiche), o ancora allo sviluppo di vuoti ai bordi dei grani

prodotti dalla cavitazione.

35) B.

La massa volumica o densità è il rapporto tra massa, espressa in

chilogrammi, e volume, espresso in metri cubi o decimetri cubi. La densità

tipica dell’acciaio è pari a 7800 kg/m

3

, quella dei materiali cementizi si aggira

intorno a 2200 kg/m

3

, mentre valori che raggiungono i 20.000 kg/m

3

sono tipici

dei materiali nobili, come ad esempio l’oro, il titanio, ecc.

36) D.

La resilienza è la capacità di assorbire energia elastica e conseguen-

temente di resistere agli urti. La resistenza di un corpo a lasciarsi penetrare è

denominata durezza, la resistenza all’usura e alla corrosione non assumono

un termine specifico.

Prove meccaniche e tecnologiche dei materiali metallici

e non metallici. Controlli non distruttivi

37) A.

 La duttilità, come la tenacità, è una misura della quantità di energia

che un materiale è in grado di assorbire prima di giungere a rottura. Gene-

ralmente, il termine duttilità viene utilizzato in riferimento ad un elemento

o complesso strutturale, mentre il termine tenacità è riferito al materiale. Un

corpo è, quindi, tanto più duttile quanto maggiore è la deformazione raggiun-