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Parte Seconda
–
Competenze disciplinari
In un componente intagliato, si ha fatica (convenzionalmente) elastica se:
K
f
s
max
nom
<
Y
e
K
f
s
min
nom
> –
Y
,
dove
K
f
è il fattore di riduzione della resistenza a fatica (o coefficiente di
intaglio a fatica), mentre
s
max
nom
e
s
min
nom
sono rispettivamente le tensioni
nominali massime e minime (nel tempo). In tal caso, se
s
a
è l’ampiezza della
sollecitazione nominale e
s
m
il suo valore medio, l’ampiezza
S
a
e il precarico
S
m
del ciclo delle sollecitazioni che interessano il fondo intaglio saranno dati
rispettivamente da:
S
a
=
K
f
s
a
K
t
·
s
a
e
S
m
=
K
f
s
m
K
t
s
m
,
con
K
t
fattore di concentrazione delle tensioni teoriche.
27) A.
La formula di Paris permette di esprimere la velocità di propaga-
zione di un difetto,
da
dN
, in funzione del range di variazione del fattore di
intensificazione delle tensioni,
D
K
:
⋅
da
dN
C K
=
,
m
Δ
con
C
e
m
parametri del materiale. Una correlazione di questo tipo consente di
stimare la durata di un componente contenente uno o più difetti. Integrando
la precedente equazione, per separazione di variabili, si ha, infatti:
N
C
da
K
=
1
,
f
a
a
m
c
0
Δ
essendo
N
f
la durata del componente difettato e
a
0
e
a
c
le lunghezze iniziale e
critica, rispettivamente, del difetto.
28) A.
Dato un ciclo di carico pulsante, di ampiezza
S
a
e precarico
S
m
,
secondo la formula di Haigh-Soderberg di prima approssimazione, l’ampiezza
del ciclo di sollecitazione alterno-simmetrico di pari durata è
⋅
S S
UTS
UTS S
=
–
,
N a
m
con
UTS
tensione nominale di rottura (
Ultimate Tensile Stress
). Tale formula
infatti, essendo l’equazione della frontiera del dominio di sicurezza nel piano
S
a
-
S
m
, per un’assegnata durata, stabilisce l’equivalenza tra due generiche con-
dizioni di carico che la soddisfino. Una di queste condizioni è appunto quella
rappresentata dall’ordinata all’origine del diagramma di detta equazione, che
avendo ascissa (precarico) nulla, si identifica con una sollecitazione alterno-
simmetrica.