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283

Risposte commentate

Tecnologia meccanica

errori commessi durante le ispezioni. Operando secondo questa metodologia, ci

si cautela contro la possibilità che il grado di sicurezza del manufatto degradi al

di sotto di un valore minimo tollerabile, per effetto del danno da fatica.

21) C.

 Il fattore di riduzione della resistenza a fatica,

K

f

, o coefficiente di

intaglio a fatica, è definito come

K S S

= /

f

N N

con

S

N

resistenza a fatica del provino liscio e

S

9

N

resistenza a fatica del provino

intagliato (valutate a parità di

N

). Esso tende al valore unitario per durate pic-

cole (pochi cicli di carico), cresce al crescere di

N

fino a tendere asintoticamen-

te al valore di

K

t

, fattore di concentrazione delle tensioni teoriche, per durate

molto grandi, prossime a quelle che definiscono il limite di fatica. Dunque il

fattore di forma

K

t

sovrastima sempre il coefficiente di intaglio a fatica

K

f

.

22) A.

 Gli effetti del precarico si trascurano, se è di compressione, altri-

menti si valutano mediante il diagramma di Goodman o di Haigh-Soderberg.

23) C.

 La fatica oligociclica è la fatica con basso numero di cicli, detta

anche più sinteticamente LCF (

Low Cycle Fatigue

), evidenziata dal primo tratto

della curva di Wöhler, relativo al campo delle durate non maggiori di 10

5

cicli.

24) C.

 Il danno specifico

D

s

è il danno prodotto in un materiale a un livello

di carico assegnato in un solo ciclo di applicazione dello stesso e si misura col

rapporto 1/

N

i

, se con

N

i

si indica il numero di cicli di carico dell’assegnato livello

che porta a rottura il materiale. Questa definizione di danno è in accordo con la

formula di Miner, secondo cui dopo

n

cicli si ha un danno

D

=

n

/

N

i

=

n D

s

.

25) D.

 Si ha lo

shakedown

se:

K

t

s

max

nom

>

Y

e

K

t

s

min

nom

> –

Y

,

oppure

K

t

s

max

nom

<

Y

e

K

t

s

min

nom

< –

Y

,

con

Y

tensione di snervamento,

K

t

fattore di forma,

s

max

nom

e

s

min

nom

tensioni

nominali massima e minima (nel tempo), rispettivamente. Inoltre il range

di variazione delle deformazioni massime effettive

D

deve essere minore di

2

Y

/

E

, con

E

modulo di Young. Quando queste condizioni sono verificate, per

effetto delle tensioni residue che si stabiliscono intorno al vertice dell’intaglio

a seguito delle deformazioni plastiche del primo ciclo di sollecitazione, non si

hanno ulteriori scorrimenti plastici se il ciclo di carico non cambia.

26) D.

 In presenza di carichi affaticanti non può aversi un comportamen-

to reversibile del materiale, poiché quest'ultimo subisce irreversibilmente il

danno da fatica, né tanto meno un comportamento elastico lineare. Perché

ciò avvenga occorre che i carichi siano sufficientemente piccoli da produrre

durate infinite.