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Risposte commentate

La lirica arcaica monodica e corale

degli sposi il giorno dopo la cerimonia. Ci restano pochissimi frammenti di epitalami

dai quali si possono ricavare gli aspetti strutturali di questo genere letterario: 1. la lode

agli sposi; 2. un clima giocoso; 3. immagini malinconiche; 4. scherzosi doppi-sensi

di sfondo erotico, in quanto le nozze rappresentano un rito di passaggio che implica

tristezza per la fine dell’adolescenza, della verginità e l’allontanamento dalla famiglia

e la gioia per la nuova fase della vita che viene festeggiata.

41) C.

La lirica monodica, i cui esponenti sono Alceo Saffo e Anacreonte tutti del VI

sec., è affidata alla voce solista del poeta con l’accompagnamento della lira e nacque

in ambiente aristocratico chiuso ed elitario. Nell’isola di Lesbo gli uomini si riunivano

nelle eteríe, circoli aristocratici i cui membri avevano le stesse idee politiche e condivi-

devano discussioni e canti nel banchetto. Le donne ricevevano la loro educazione poe-

tica e musicale nel tíaso, istituzione paideutica e religiosa. Tíaso ed etería costituivano

il pubblico ristretto a cui si rivolgevano rispettivamente le liriche di Saffo e di Alceo.

42) B.

Il poeta Alceo nacque nella città di Mitilene alla fine del VII sec. da una fami-

glia aristocratica. Egli partecipò attivamente alla vita politica dell’epoca e conobbe due

volte l’esilio, sia ad opera di Mirsilo, tiranno che Alceo aveva tentato di rovesciare, sia

da parte di Pittaco. La politica è il tema prevalente nella poesia di Alceo, che si rivolge

ai compagni dell’eteria. Nei suoi frammenti deride e maledice il tiranno Pittaco che ha

tradito onore e fedeltà, esprime preoccupazioni per la πόλις, esalta il vino e il simposio,

rimedio ai mali e vincolo di familiarità tra compagni.

43) C.

Gli esponenti della lirica corale sono Simonide, Bacchilide e Pindaro. Simonide

nato a Ceo nelle Cicladi fu il cantore delle guerre Persiane, protetto da tiranni e signori,

scrisse vari tipi di componimenti corali e monodici. Bacchilide di Ceo operò nelle corti

siciliane in concorrenza con Pindaro, fu nipote e discepolo di Simonide, ci restano molti

frammenti di epinici e due ditirambi (canto corale in onore di Dioniso, in cui canto musi-

ca e danza erano fusi insieme e tutti e tre indispensabili in ugual misura. Il ditirambo era

una danza collettiva eseguita in circolo da cinquanta danzatori incoronati da ghirlande e

il solista rappresentava lo stesso Dioniso) molti epinici. Pindaro nacque a Cinoscefale in

Beozia ed è il più celebre dei lirici corali, nella sua lunga vita compose moltissime opere

(peani, parteni, epinici) che gli alessandrini raccolsero in 17 libri.

44) A.

La lirica corale fiorì alla fine del VI sec. non più destinata a cerchie ristrette

ma volta a celebrare eventi e personaggi di importanza panellenica, i poeti ricevevano

dai committenti compensi altissimi e godevano grande stima, considerati maestri di

vita e capaci di influenzare il pubblico a cui si rivolgevano. I poeti erano professionisti

famosi che ricevevano da ricchi committenti, quali tiranni o nobili, l’incarico di com-

porre testi per precise occasioni. Il θρ

νος

era un compianto funebre per la morte di