

Parte I - Letteratura
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35) D.
Tersicore è la Musa preposta alla poesia corale e alla danza; Calliope (risp. A)
alla poesia epica; Clio (risp. B) alla storia; Talia (risp. C) alla commedia.
36) D.
L’
Antologia Palatina
, così definita perché scoperta agli inizi del ’600 nella
Biblioteca Palatina di Heidelberg, è una raccolta in 15 libri contenente 3700 epi-
grammi attribuiti a 340 poeti circa. Tale raccolta, elaborata intorno al X-XI sec.,
nacque dall’aggregazione di testi raccolti in precedenti florilegi, come la
Corona
di Meleagro di Gadara (130-60 a.C. ca.), la
Corona
di Filippo di Tessalonica (I
sec.d.C.), la raccolta di Diogene Laerzio (II-III sec.d.C.) con epigrammi inclusi nelle
sue
Vite dei filosofi,
la raccolta del padre della Chiesa Gregorio Nazianzeno (330-
390 d.C.) corrispondente all’VIII libro della
Palatina
, il
Ciclo
di Agatia (VI sec.) e
soprattutto l’antologia di Costantino Cefala (X sec.), in cui confluirono i testi delle
raccolte di Meleagro, Filippo e Agatia.
37) D.
Il peana era un canto in onore di Apollo: ne furono noti autori due poeti di
lirica corale quali Pindaro e Bacchilide (VI-V sec. a.C.). Gli altri poeti citati furono
autori rispettivamente di: A. poesia epica e didascalica (Omero ed Esiodo, VIII/VII
sec. a.C.); B. lirica monodica (Saffo, VII/VI sec. a.C. e Anacreonte, VI sec. a.C.); C.
poesia giambica (Archiloco, metà VII sec. a.C. e Ipponatte, VI sec. a.C.).
38) D.
La poetessa Saffo (VII-VI sec. a.C.), tra i maggiori e più noti esponenti della
lirica monodica in età arcaica, nacque ad Ereso nell’isola di Lesbo, ma trascorse gran
parte della sua vita nel principale centro dell’isola, Mitilene. Contemporanea del suo
compatriota Alceo e di famiglia aristocratica, durante le lotte che dilaniarono a quel
tempo la sua patria fu costretta ad un periodo di esilio in Sicilia.
39) C.
L’epinicio era un canto corale di vittoria per i vincitori degli agoni. Questo
componimento veniva commissionato dai vincitori o dai loro parenti e veniva cantato
in cori durante i banchetti. Componimento dal tono solenne e dallo stile elevato; testo
eseguito pubblicamente o nel palazzo del vincitore da un coro di danzatori che can-
tavano accompagnati da strumenti musicali. Simonide (556-468) ne fu l’inventore, il
genere di componimento venne ripreso da Pindaro e Bacchilide. L’epinicio era strut-
turato in tre parti: l’occasione (καιρός) che prevedeva la descrizione del personaggio e
del fatto; un mito scelto per collegare l’occasione del canto con un mondo esemplare
(μ
ῦ
θος) in cui il poeta dava prova di grande artificio artistico; una serie di massime in
cui si condensano gli elementi propri della morale arcaica (γνώμη). Il componimento
poetico era distribuito in triadi di strofe, antistrofe ed epodo.
40) B.
L’epitalamio (cioè “canto presso la stanza nuziale”) era cantato da un coro
di fanciulle durante la processione nuziale davanti alla camera da letto e al risveglio