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Risposte commentate

Le origini e l’epica: Omero, Esiodo

margine del testo omerico nei codici medioevali. Precedentemente invece circolavano

edizioni “civiche” (κατ

πόλεις) del sec. VI a.C. e, a partire dai secoli successivi, edizioni

che prendevano il nome del privato che le aveva commissionate o curate (κατ

ὰ ἄ

νδρα).

19) C.

La lingua di Omero presenta tratti linguistici riconducibili ai gruppi dialettali

ionico e eolico. Sono presenti anche alcuni atticismi spiegati come frutto della redazione

pisistratea o dell’attività dei copisti di epoche successive che avevano maggiore familia-

rità con l’attico. Mancano invece elementi propri dei dialetti occidentali come il dorico.

20) C.

I poemi omerici, almeno nella loro struttura originaria (a parte le interpola-

zioni e le rielaborazioni posteriori), risalgono ad un periodo attorno al 750 a.C. (epoca

arcaica) o di poco precedente. Il filosofo Senofane, vissuto nel VI sec. a.C. è l’autore

più antico che parla di Omero. Erodoto affermava che Omero ed Esiodo erano vissuti

400 anni prima di lui e perciò intorno all’850 a.C. Inoltre in Omero si trovano riferi-

menti relativi a istituzione e usi della tarda età del bronzo (età micenea) insieme ad altri

che rimandano all’epoca arcaica.

21) B.

L’abate francese d’Aubignac fu il primo che, nelle sue

Conjectures académi-

ques ou Dissertation sur l’Iliade

(1664), mise in dubbio la reale esistenza storica di

Omero e sostenne che i poemi derivavano dall’unione di vari canti separati e preesistenti.

Sulla stessa linea fu l’idea dell’illuminista napoletano Giambattista Vico, il quale nella

Scienza Nuova

(libro III

Sulla discoverta del vero Omero

del 1730) sostenne che i poemi

omerici furono composti oralmente nell’ambito della tradizione popolare greca e che

quindi il loro autore doveva considerarsi un popolo intero nel corso di più generazioni.

Queste teorie trovarono un sostenitore anche in Jean-Jacques Rousseau (1761) e furono

poi riprese in Inghilterra da Robert Wood (

An Essay of the Original Genius of Homer

,

1796) il quale sostenne che i poemi omerici furono tramandati oralmente e che furono

scritti per la prima volta solo nell’Atene di Pisistrato nel VI sec. a.C.

22) C.

Si tratta dell’inizio del proemio della

Teogonia

di Esiodo. La Teogonia è

un poema teogonico in 1022 esametri dattilici di cui solo i primi 900 sono, secondo

Martin West, attribuibili ad Esiodo. L’opera è divisibile in tre sezioni: il proemio (vv.

1-115); la cosmogonia e teogonia (vv. 116-885) in cui si espone l’origine dell’uni-

verso e delle divinità fino alla signoria di Zeus e all’assegnazione agli dèi delle loro

prerogative; i cataloghi delle spose divine di Zeus e delle generazioni degli eroi (vv.

886-1022). Nel Proemio della Teogonia Esiodo racconta il suo incontro con le Muse

mentre pascolava le greggi sul monte Elicone in Beozia, sede delle Muse. Il poeta di

Ascra venne chiamato per nome dalle dee che gli insegnarono un bel canto e gli con-

cessero l’investitura di poeta con un ramoscello d’alloro, invitandolo a cantare le cose

future e passate e le stirpi degli dèi, iniziando e concludendo sempre nel nome delle