

Capitolo 11
L’autismo e disturbi dello spettro autistico
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Le attività di sostegno didattico
un interesse eccessivo, come eccessivo può essere il bisogno che avvertono di
riportare immediatamente al loro ordine gli oggetti lasciati in disordine (sedie
spostate, finestre aperte, giornali etc.).
L’autismo può presentarsi in comorbilità con altre sindromi (es. la sindrome del-
l’X fragile), ma anche associato ad aspetti sorprendenti. Alcuni autistici, infatti,
possiedono un’eccezionale
memoria audio-visiva
e
capacità straordinarie
:
per esempio, nel calcolo, nella musica, nel disegno, nella pittura.
Non sono ancora note le cause del disturbo, la cui eziologia coinvolge un insie-
me di
fattori genetici, organici e biochimici
. Esistono però numerose eviden-
ze che la componente genetica eserciti un ruolo di fondamentale importanza.
Escludendo la sindrome dell’X fragile, il disturbo cromosomico più frequente-
mente riscontrato nell’autismo è la duplicazione materna di una specifica regio-
ne del
cromosoma 15
, la 15q11-q13, il cui coinvolgimento è riscontrabile anche in
altre patologie quali quelle di Angelman e Prader-Willi, accomunate da
ritardo
mentale
e
disturbi comportamentali
. Una forte evidenza per la base genetica,
peraltro, proviene dagli studi condotti sui
gemelli
: i monozigoti, i quali con-
dividono completamente il patrimonio genetico, «hanno probabilità maggiori
di essere entrambi affetti da autismo rispetto ai gemelli fraterni (dizigoti, nati
dallo stesso parto, ma che derivano dalla fecondazione di due uova da parte di
due diversi spermatozoi). Nella definizione più ampia di spettro autistico (…) vi
è una concordanza del 92% tra gemelli monozigoti e del 10% tra gemelli dizigo-
ti. Inoltre, il fratello o la sorella di una persona affetta da autismo ha un rischio
superiore di sviluppare il disturbo (circa il 7% per i maschi e l’1-2% per le fem-
mine) o di presentare forme lievi di problemi dello sviluppo che coinvolgano il
linguaggio, la socialità o altri sintomi comportamentali (circa il 4-6%)»
1
.
Criteri diagnostici del DSM-V per l’autismo
Secondo il DSM-V il Disturbo dello Spettro Autistico deve soddisfare i criteri A, B, C e D:
A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale in diversi con-
testi, non spiegabile attraverso un ritardo generalizzato dello sviluppo e manifestato da
tutti e tre i seguenti punti:
1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva che va da un approccio sociale anormale e un
insuccesso nella normale conversazione (botta e risposta) attraverso una ridotta condivi-
sione di interessi, emozioni, percezione mentale e reazione fino alla totale mancanza di
iniziativa nell’interazione sociale.
2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l’interazione sociale, carat-
terizzati da una scarsa integrazione della comunicazione verbale e non verbale, attraverso
anormalità nel contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e
nell´uso della comunicazione non verbale, fino alla totale mancanza di espressività facciale
e gestualità.
3. Deficit nella creazione e nel mantenimento di relazioni appropriate al livello di sviluppo
(non comprese quelle con i genitori e i caregiver) che vanno da difficoltà nell’adattare il
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A
LDINA
V
ENEROSI
A.,
Autismo - Le cause
, Istituto Superiore di Sanità, Roma.