Previous Page  24 / 30 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 24 / 30 Next Page
Page Background

148

Parte Seconda

I bisogni educativi speciali

www.

edises

.it

Le attività di sostegno didattico

ed è più spesso associata a severità, livello linguistico o QI, piuttosto che alle

caratteristiche specifiche dei diversi disturbi.

Un’altra novità introdotta dal nuovo manuale dei criteri diagnostici è il raggrup-

pamento dei sintomi in due categorie rispetto alle tre precedenti; più in partico-

lare, nel DSM-IV si parlava di:

>

menomazione della reciprocità sociale;

>

menomazione del linguaggio/comunicazione;

>

repertori ristretti e ripetitivi di interessi/attività.

Ognuna di queste tre categorie comprendeva quattro sintomi; per effettuare una

diagnosi di “disturbo pervasivo dello sviluppo” era necessario che fossero pre-

senti almeno sei sintomi, di cui almeno due nella prima categoria (menomazio-

ne della reciprocità sociale) e almeno uno per ciascuna delle altre due categorie.

Con il DSM-V le categorie di sintomi vengono ridotte a due:

>

deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale (che

comprende sia le difficoltà sociali che quelle di comunicazione);

>

comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

La diagnosi di “disturbo dello spettro autistico” richiede la presenza di almeno

tre sintomi nella categoria dei “deficit della comunicazione sociale” e di almeno

due in quella dei “comportamenti ripetitivi”.

Importanti novità sono l’eliminazione del “ritardo/menomazione del linguag-

gio” fra i sintomi necessari alla diagnosi e l’introduzione della “sensibilità inso-

lita agli stimoli sensoriali” come sintomatologia compresa tra i “comportamenti

ripetitivi”.

Ancora, mentre nel DSM-IV si parlava di esordio entro i 36 mesi di età, ora si

parla più genericamente di un esordio nella prima infanzia. Infine, se il bam-

bino presenta sintomi aggiuntivi sufficienti a rientrare nei criteri diagnostici di

un altro disturbo, secondo il DSM-V è possibile assegnare una doppia diagnosi.

Secondo la comunità scientifica internazionale, si tratta di un disturbo della

funzione cerebrale

: le persone autistiche manifestano una marcata compro-

missione dell’

integrazione sociale

e della

comunicazione

.

La sintomatologia varia molto da individuo a individuo, pur potendosi riscon-

trare tratti comuni. Gli autistici tendono alla chiusura sociale e all’isolamento,

spesso evitano di stabilire contatti visivi diretti, manifestando un’apparente ca-

renza d’interesse e di reciprocità relazionale con gli altri. Mostrano indifferenza

o, al contrario, ipereccitabilità agli stimoli. Adottano posture e sequenze tipi-

camente stereotipate (come torcersi o mordersi le mani, dondolarsi, compiere

complessi movimenti del capo etc.), ripetendole in modo ossessivo e, se sono in

grado di utilizzare il linguaggio verbale, si esprimono spesso in maniera bizzar-

ra, ripetendo parole, frasi o suoni precedentemente sentiti (

ecolalia

), immediata-

mente dopo l’ascolto o a distanza di tempo. Possono esplodere in crisi di pianto

o di riso, oppure diventare autolesionisti e aggressivi verso le persone e gli og-

getti. Nei confronti di questi ultimi, specialmente se hanno forme tondeggianti

o che possono ruotare (es. palle, biglie, trottole, eliche etc.), manifestano talvolta