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Parte Quarta
Sapere e saper fare: spunti operativi
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entra in un luogo, ma è una porzione molto ridotta dello stesso. Le immagini,
senza audio, sono vuote e si stenta a percepire il legame con la scena 5, che è
interamente suggerito dalla stessa musica. Il solo ascolto dell’audio mette in
evidenza che non ci sono rumori di sottofondo, come nella scena 5. Le donne
camminano e si sente solo soffusamente un rumore di passi sulla neve. Le per-
sone, infatti, al contrario della scena 5, non hanno più nulla da portare con sé
e questa differenza è sottolineata dalle variazioni al tema introdotte dal violino.
\[><= |~: Schindler sta per lasciare la fabbrica la sera prima della ne del-
la guerra. Dal giorno dopo, infatti, i “suoi” ebrei saranno liberi, ma lui sarà
considerato ufcialmente un “criminale”. È completamente avvolto dalla por-
zione di popolo che ha salvato, lo stesso popolo che ora non è costretto più
ad andare da nessuna parte: è Schindler ad andare via. Quando la sua auto si
allontana, tutto il popolo si stringe ancora intorno a lui.
Dall’ascolto del solo audio si nota che all’inizio della scena ci sono solo brevi
incisi di tema (gura 2), che permettono all’ascoltatore di rievocarlo piena-
mente.
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C
Æ
Figura 2: piccolo inciso tratto dal tema principale del !lm
Schindler’s List.
Verso la ne, sulla frase del Talmud “Chi salva una vita salva il mondo intero”,
il tema si dispiega (gura 3), ma rimane sempre molto in sottofondo, poiché
la scena è ricca di dialoghi, che comunque nell’audio tendono a prevalere.
@ @ »
C
Æ
Figura 3: frammento tratto dal tema principale del !lm
Schindler’s List.
\[><= | : questa scena è in contrasto con il resto del lm perché è a colori.
Non fa neanche parte della narrazione: è un extra senza il quale, però, il lm
risulterebbe incompleto. Gli ebrei superstiti e viventi salvati da Schindler van-
no a mettere una piccola pietra sulla sua tomba, secondo un’antica tradizione
ebraica. È lo stesso popolo della scena 5 e della scena 33, che ritorna cambia-
to nel corpo, dal tempo, e nello spirito, dalle tante morticazioni subite nei
lager nazisti. In questa scena la musica non fa più da sottofondo, non è quasi
impercettibile, ma si dispiega chiaramente. Sembra quasi che sia essa a parlare
denitivamente, avvolgendo delle immagini che si commentano da sole.
Sono state scelte queste scene perché sono accomunate, oltre che dalla stessa
musica, anche dal continuo migrare di questa “umana” di gente che “si spo-
sta” da un posto all’altro. Sicuramente, se non fosse stata proprio la musica a