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Capitolo 1
Cinema, musica ed età evolutiva: dall’ascolto alla musica d’insieme
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in diretta relazione con l’intensità emotiva che la sua percezione ha suscitato,
per cui il potere emotivo del lm non può essere assolutamente considerato
un ostacolo all’apprendimento.
Un’altra obiezione che viene posta alla validità della funzione pedagogica del
lm deriva dalla constatazione che il linguaggio lmico non può darci mai una
rappresentazione veramente obiettiva della realtà, ma solo un’interpretazione
soggettiva. Questa obiezione sembra avere un fondamento molto più serio del-
le precedenti, in quanto si basa sul fatto che ogni elemento della struttura del
lm, dalla più semplice inquadratura no al montaggio denitivo del lm, è
scelto dal regista in funzione di una sua particolare maniera di vedere la realtà.
Un regista, però, secondo lo scopo che si propone di raggiungere nel suo lm,
può anche essere obiettivo nella rappresentazione della realtà. In questo caso
il lm rispecchierà il suo atteggiamento oggettivo. Un’osservazione ancora
più importante ci viene da Raymond J. Spottiswoode e dalla sua nota
Gramma-
tica del !lm
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egli, infatti, discutendo della differenza tra documentario e lm
educativo, arriva alla conclusione che la differenza tra i diversi generi di lm
consiste appunto nella graduazione di quest’intervento della personalità del
regista, intervento che si traduce nel diverso stile del montaggio e nei diversi
mezzi cinematograci impiegati a questo ne. Esiste, infatti, un montaggio
semplicemente
narrativo
, che si limita a ordinare i dati della narrazione per
rendere comprensibile lo sviluppo dell’azione. Se invece il regista si avvale
della forza associativa del montaggio, che in questo caso serve a farci imma-
ginare o intuire qualche cosa che non risulta dalle inquadrature prese in sé,
esso diviene
creativo
e serve appunto a rivelarci le opinioni e i giudizi del regista
riguardo ai fatti rappresentati.
La personalità del regista, però, può anche essere del tutto assente dal lm,
come succede nelle riprese cinematograche a scopo di ricerca scientica.
In questo caso, però, il mezzo cinematograco sarà stato usato come puro
strumento meccanico per potenziare i mezzi di conoscenza della realtà; non si
potrà, quindi, parlare di linguaggio lmico. Concludendo, per quanto riguar-
da la soggettività della rappresentazione cinematograca, si può affermare
che essa dipende dagli scopi che l’autore si propone e dalla specica funzione
pedagogica che il lm dovrà esplicare.
Il problema dell’utilizzazione a scopi pedagogici del lm ricreativo consiste
nella determinazione delle nalità che questa produzione per l’infanzia si deve
proporre di raggiungere: se essa, cioè, deve limitarsi a offrire materiale di espe-
rienza in cui gli interessi particolari alle diverse fasi dell’infanzia e dell’adole-
scenza trovino la possibilità di esplicarsi e di svilupparsi o se, sotto un aspetto
ricreativo, essa debba mascherare precise nalità pedagogiche. La soluzione di
questo problema dipende naturalmente dai diversi indirizzi pedagogici da cui
si parte per risolverlo. Per quanto riguarda l’utilizzazione del lm spettacolare
come mezzo di formazione morale, tutti i pedagogisti e gli psicologi sono d’ac-
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R.J. Spottiswoode,
Una grammatica del !lm
, Roma 1938.