Previous Page  27 / 34 Next Page
Basic version Information
Show Menu
Previous Page 27 / 34 Next Page
Page Background

www.

edises

.it

Capitolo 1

Cinema, musica ed età evolutiva: dall’ascolto alla musica d’insieme

477

in diretta relazione con l’intensità emotiva che la sua percezione ha suscitato,

per cui il potere emotivo del lm non può essere assolutamente considerato

un ostacolo all’apprendimento.

Un’altra obiezione che viene posta alla validità della funzione pedagogica del

lm deriva dalla constatazione che il linguaggio lmico non può darci mai una

rappresentazione veramente obiettiva della realtà, ma solo un’interpretazione

soggettiva. Questa obiezione sembra avere un fondamento molto più serio del-

le precedenti, in quanto si basa sul fatto che ogni elemento della struttura del

lm, dalla più semplice inquadratura no al montaggio denitivo del lm, è

scelto dal regista in funzione di una sua particolare maniera di vedere la realtà.

Un regista, però, secondo lo scopo che si propone di raggiungere nel suo lm,

può anche essere obiettivo nella rappresentazione della realtà. In questo caso

il lm rispecchierà il suo atteggiamento oggettivo. Un’osservazione ancora

più importante ci viene da Raymond J. Spottiswoode e dalla sua nota

Gramma-

tica del !lm

2

;

egli, infatti, discutendo della differenza tra documentario e lm

educativo, arriva alla conclusione che la differenza tra i diversi generi di lm

consiste appunto nella graduazione di quest’intervento della personalità del

regista, intervento che si traduce nel diverso stile del montaggio e nei diversi

mezzi cinematograci impiegati a questo ne. Esiste, infatti, un montaggio

semplicemente

narrativo

, che si limita a ordinare i dati della narrazione per

rendere comprensibile lo sviluppo dell’azione. Se invece il regista si avvale

della forza associativa del montaggio, che in questo caso serve a farci imma-

ginare o intuire qualche cosa che non risulta dalle inquadrature prese in sé,

esso diviene

creativo

e serve appunto a rivelarci le opinioni e i giudizi del regista

riguardo ai fatti rappresentati.

La personalità del regista, però, può anche essere del tutto assente dal lm,

come succede nelle riprese cinematograche a scopo di ricerca scientica.

In questo caso, però, il mezzo cinematograco sarà stato usato come puro

strumento meccanico per potenziare i mezzi di conoscenza della realtà; non si

potrà, quindi, parlare di linguaggio lmico. Concludendo, per quanto riguar-

da la soggettività della rappresentazione cinematograca, si può affermare

che essa dipende dagli scopi che l’autore si propone e dalla specica funzione

pedagogica che il lm dovrà esplicare.

Il problema dell’utilizzazione a scopi pedagogici del lm ricreativo consiste

nella determinazione delle nalità che questa produzione per l’infanzia si deve

proporre di raggiungere: se essa, cioè, deve limitarsi a offrire materiale di espe-

rienza in cui gli interessi particolari alle diverse fasi dell’infanzia e dell’adole-

scenza trovino la possibilità di esplicarsi e di svilupparsi o se, sotto un aspetto

ricreativo, essa debba mascherare precise nalità pedagogiche. La soluzione di

questo problema dipende naturalmente dai diversi indirizzi pedagogici da cui

si parte per risolverlo. Per quanto riguarda l’utilizzazione del lm spettacolare

come mezzo di formazione morale, tutti i pedagogisti e gli psicologi sono d’ac-

2

R.J. Spottiswoode,

Una grammatica del !lm

, Roma 1938.