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Parte Quarta

Sapere e saper fare: spunti operativi

www.

edises

.it

precedono, cosicché la stessa immagine può assumere una signicazione pro-

fondamente drammatica o irresistibilmente comica in rapporto all’immagine

che l’ha preceduta o a quella che la segue sullo schermo. Questi rapporti tra le

immagini hanno creato una nuova tecnica di comunicazione e di espressione,

che richiede da parte dello spettatore, data la complessità di abbreviazioni,

metafore e simboli visivi che le sono ormai divenuti propri, una particolare

sensibilità, una forma di assuefazione a “pensare otticamente”.

Di questa nuova tecnica di espressione e di comprensione si è tentato a diverse

riprese di denire le forme grammaticali seguendo una puntuale e precisa

analogia con le forme verbali. Gli elementi strutturali del lm sono:

>

il quadro

, cioè una parte di film che rappresenta degli oggetti senza visibile

discontinuità spaziale o temporale;

>

la serie

, cioè una successione di quadri;

>

la sequenza

, una successione di quadri che fornisce la rappresentazione uni-

taria di un concetto.

Tali elementi possono trovare una facile analogia con le parti che costituiscono

il linguaggio parlato o scritto: il quadro corrisponde alla parola, la serie alla

proposizione, la sequenza al periodo. L’insieme delle sequenze, nell’ordine

stabilito dal regista, costituirà il

montaggio,

cioè l’insieme della narrazione

cinematograca. I

tagli

, cioè i passaggi da una scena a quella seguente, costi-

tuiscono i segni di interpunzione del linguaggio cinematograco e, secondo

la diversa tecnica con cui vengono realizzati, corrispondono a delle pause nel

discorso, più o meno prolungate. Ecco perché i singoli fotogrammi di un lm

non sono solamente dei pezzetti di celluloide incollati uno dopo l’altro: essi

sono anche, per il loro contenuto, un ininterrotto succedersi di rapporti. Que-

sti rapporti sono voluti e determinati dall’autore del lm in vista di particolari

reazioni emotive che egli vuole suscitare nello spettatore.

Dall’insieme dei fattori emotivi del lm determinati dal taglio, dall’inquadra-

tura e dalla composizione dei quadri deriva il complessivo valore emotivo del

lm. Questa è proprio una delle obiezioni che più comunemente si muove

contro la possibilità di applicazione per ni pedagogici del linguaggio lmico,

e cioè che, basandosi principalmente sulle reazioni emotive dello spettatore,

non può contribuire alla formazione di giudizi logici e di valutazioni morali.

Inoltre, facendo presa in modo particolare sulle facoltà intuitive dello spetta-

tore, lo disabitua al ragionamento. A queste due obiezioni si può rispondere in

primo luogo con un’osservazione di carattere psicologico, cioè che il carattere

emotivo dell’esperienza sensoriale, suscitando l’interesse, facilita e non ostaco-

la l’apprendimento. Inoltre, il montaggio si avvale continuamente del processo

associativo delle idee e dei sentimenti, e queste associazioni si traducono in

conoscenze, giudizi o deduzioni logiche. In questo modo, per quanto nell’ap-

prendimento per mezzo del cinema si segua la via opposta a quella tenuta

dall’istruzione verbale, la fase della formulazione logica dei giudizi non manca,

anche se viene in un secondo momento. Inoltre, alcuni psicologi americani

sostengono che la persistenza della memoria di un fatto o di un fenomeno è