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Unità di Apprendimento 1

Modelli formativi ed epistemologia pedagogica

669

www.

edises

.it

stimolare l’osservazione partecipante, la capacità di traduzione del problema posto

in plausibili piani di ricerca e la capacità di autonarrazione, quali mediatori di un

docibile altrimenti troppo astratto. La capacità di narrarsi, ossia di narrare a se stessi

i propri vissuti esperienziali in racconti, storie e produzioni scritte è, dunque, la si-

tuazione laboratoriale di scrittura narrativa di partenza e di

problem posing

; a questa

esperienza laboratoriale, auspicabilmente condotta anche in senso pluridisciplinare

con il docente di italiano, se ne accosterà un’altra, disponibile a una traduzione stati-

stica, per dimostrare agli allievi quanto e come una scienza squisitamente umanistica

si possa aprire anche ad attitudini osservative, di indagine psicosociale e di analisi

statistica.

A questi due momenti di

posing

seguirà la delucidazione della tabella 2, che dovrà

essere presentata alla fine degli approfondimenti teorici quale risultato della sintesi

delle informazioni trasmesse dal docente e reperite dai discenti in approfondimenti

liberi ed elemento di

solving

e di organizzazione logica dei dati.

Fase posing 1.1. Autonarrazione (tempo: 120’)

Nella prima fase di

problem posing

si chiede agli allievi di produrre un racconto perso-

nale in cui esprimano il modo in cui sono stati educati; nel racconto il docente avrà

cura di indicare le linee guida intorno a cui organizzare la narrazione. Sulla base

di un breve testo di sollecitazione gli alunni saranno invitati a ricostruire i significa-

ti personali del proprio vissuto in categorie pedagogiche; pertanto, la traccia delle

produzioni laboratoriali sarà proposta dal docente; l’autonarrazione permette di og-

gettivare e correlare esperienze pregresse dando loro la forma di un vero e proprio

lavoro di autosservazione del proprio contesto formativo familiare e scolastico, di

ricomporre distesamente e risignificare, alla luce di elementi chiave della pedagogia,

il proprio vissuto esperienziale introducendo le categorie della pedagogia nella viva

concretezza delle emozioni, dei ricordi, degli ambienti e degli attori coinvolti nel pro-

cesso formativo. In particolare, gli alunni cercheranno di narrarsi e autovalutare il

proprio percorso formativo negli ambienti scolastici ed extrascolastici, ovvero forma-

li e informali di apprendimento secondo la tabella 2. L’attitudine all’autovalutazione,

sia come atto di responsabilità per gli impegni assunti, sia come competenza meta-

cognitiva di controllo dei propri processi di acquisizione di saperi, atteggiamenti e

valori, che dovrebbe essere trasferita ad ogni impegno scolastico o di vita, è quindi

proposta ai discenti nel contesto epistemico che le è proprio: la pedagogia. Il docente

può introdurre al lavoro anche mediante un breve brano di stimolo tratto da un testo

classico di Jerome Bruner.

Documento 1

1

Un sistema educativo deve aiutare chi cresce a trovare una identità al suo interno. Se questa iden-

tità manca l’individuo incespica nell’inseguimento di un significato. Solo la narrazione consente

di costruirsi una identità e di trovarsi un posto nella propria cultura. Le scuole devono coltivare la

capacità narrativa, svilupparla, smettere di darla per scontata.

1

 J. Bruner,

La cultura dell’educazione

, Feltrinelli, Milano 1997.