

Unità di Apprendimento 1
Modelli formativi ed epistemologia pedagogica
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stimolare l’osservazione partecipante, la capacità di traduzione del problema posto
in plausibili piani di ricerca e la capacità di autonarrazione, quali mediatori di un
docibile altrimenti troppo astratto. La capacità di narrarsi, ossia di narrare a se stessi
i propri vissuti esperienziali in racconti, storie e produzioni scritte è, dunque, la si-
tuazione laboratoriale di scrittura narrativa di partenza e di
problem posing
; a questa
esperienza laboratoriale, auspicabilmente condotta anche in senso pluridisciplinare
con il docente di italiano, se ne accosterà un’altra, disponibile a una traduzione stati-
stica, per dimostrare agli allievi quanto e come una scienza squisitamente umanistica
si possa aprire anche ad attitudini osservative, di indagine psicosociale e di analisi
statistica.
A questi due momenti di
posing
seguirà la delucidazione della tabella 2, che dovrà
essere presentata alla fine degli approfondimenti teorici quale risultato della sintesi
delle informazioni trasmesse dal docente e reperite dai discenti in approfondimenti
liberi ed elemento di
solving
e di organizzazione logica dei dati.
Fase posing 1.1. Autonarrazione (tempo: 120’)
Nella prima fase di
problem posing
si chiede agli allievi di produrre un racconto perso-
nale in cui esprimano il modo in cui sono stati educati; nel racconto il docente avrà
cura di indicare le linee guida intorno a cui organizzare la narrazione. Sulla base
di un breve testo di sollecitazione gli alunni saranno invitati a ricostruire i significa-
ti personali del proprio vissuto in categorie pedagogiche; pertanto, la traccia delle
produzioni laboratoriali sarà proposta dal docente; l’autonarrazione permette di og-
gettivare e correlare esperienze pregresse dando loro la forma di un vero e proprio
lavoro di autosservazione del proprio contesto formativo familiare e scolastico, di
ricomporre distesamente e risignificare, alla luce di elementi chiave della pedagogia,
il proprio vissuto esperienziale introducendo le categorie della pedagogia nella viva
concretezza delle emozioni, dei ricordi, degli ambienti e degli attori coinvolti nel pro-
cesso formativo. In particolare, gli alunni cercheranno di narrarsi e autovalutare il
proprio percorso formativo negli ambienti scolastici ed extrascolastici, ovvero forma-
li e informali di apprendimento secondo la tabella 2. L’attitudine all’autovalutazione,
sia come atto di responsabilità per gli impegni assunti, sia come competenza meta-
cognitiva di controllo dei propri processi di acquisizione di saperi, atteggiamenti e
valori, che dovrebbe essere trasferita ad ogni impegno scolastico o di vita, è quindi
proposta ai discenti nel contesto epistemico che le è proprio: la pedagogia. Il docente
può introdurre al lavoro anche mediante un breve brano di stimolo tratto da un testo
classico di Jerome Bruner.
Documento 1
1
Un sistema educativo deve aiutare chi cresce a trovare una identità al suo interno. Se questa iden-
tità manca l’individuo incespica nell’inseguimento di un significato. Solo la narrazione consente
di costruirsi una identità e di trovarsi un posto nella propria cultura. Le scuole devono coltivare la
capacità narrativa, svilupparla, smettere di darla per scontata.
1
J. Bruner,
La cultura dell’educazione
, Feltrinelli, Milano 1997.